Giovedì 16 Maggio 2024
Maria Nudi
Cronaca

Porta a Mare, nuova archiviazione

Il giudice: "Non ci sono prove di favori ad Azimut"

Porta a Mare

Porta a Mare

Livorno, 27 gennaio 2015 - Affare Porta a Mare: il giudice Giocchino Trovato, dopo dodici giorni dall’udienza del 14 gennaio nella quale si è discussa da parte dei riparatori navali rappresentati dal legale Massimo Rossi l’opposizione all’archiviazione, ha depositato il provvedimento con il quale ha sciolto la riserva e ha archiviato.

Con un provvedimento di quattro pagine ha accolto la ricostruzione del pm Massimo Mannucci che aveva chiesto l’archiviazione. Finisce dunque con l’archiviazione bis uno dei capitoli della storia politica, istituzionale e urbanistica più importanti degli ultimi anni.

Nel mirino dei riparatori navali c’era la compravendita dell’ex Cantiere Navale Orlando, oggi gestito dal’azienda Azimut Benetti ed il maxi affare immobiliare ed industriale che ha cambiato l’aspetto urbanistico della zona dell’ex cantiere ora Porta a Mare. Secondo i riparatori negli anni sarebbe stato portato avanti un progetto che ha messo in crisi il settore e ha danneggiato e mandato in rovina il grande bacino: il tutto con un’orchestrazione ben precisa, un intreccio tra politica ed istituzioni. Per i riparatori «tutti i soggetti interessati, tutti legati da rapporti economico politici, hanno pilotato la distruzione dei cantieri e la valorizzazione del complesso immobiliare che se fosse rimasto quello del 1992 sarebbe stato non solo limitato ma estremamente poco appettibile sotto il profilo economico immobiliare». La prospettiva dei riparatori avrebbe potuto coinvolgere giudiziariamente il gotha della città: due ex sindaci Lamberti e Cosimi, gli ex numeri uno dell’Autorità Portuale Marcucci, Piccini e il commissario Lenzi, il liquidatore della Cooperativa Navale Fratelli Orlando, Angelo Rosi, il commissario giudiziario della stessa cooperativa Vinicio Ferracci ed il consigliere della Banca di Credito Cooperativo della Costa Etrusca nonché presidente del consiglio di amministrazione della Gestione Bacini spa Marco Fiorilli, non ha trovato per il giudice Trovato alcun fondamento.

Scrive il giudice «Ebbene le complesse indagini non hanno consentito di acquisire la prova della riconducibilità delle molteplici condotte a soggetti collegati da cointeressenze e da disegni e finalità comuni.... In particolare non è emerso il collegamento psicologico e finalistico tra tutti i protagonisti della vicenda, ma non è in alcuno modo risultato che il vantaggio conseguito da Azimut Benetti sia stato procurato intenzionalmente dagli amministratori comunali o dagli organi di amministrazione controllata; nè risultato che l’autorità portuale abbia omesso di dolosamente di vigilare sulla manuntezione ordinaria e straordinaria del caantiere da parte della concessionaria o che altrettanto dolosamente abbia omesso di procedere ad interventi sostitutivi». Conclude il giudice «Non rimane che decretare l’archiviazione del procedimento per insostenibilità in giudixi e per mancata indicazione da parte degli opponenti di proficui filoni di indagine».