"Restiamo per combattere i gufi". Nogarin imita Renzi e tira dritto

Sindaco grillino e Direttorio difendono l’assessore indagato

Filippo Nogarin (Novi)

Filippo Nogarin (Novi)

Livorno, 20 aprile 2016 -  «SONO tutti gufi». Succede anche questo, nella ventosa Livorno, l’ex roccaforte rossa ormai da due anni passata in mano ai Cinque Stelle. Che hanno ereditato dal precedente governo targato Pd gli onori e gli oneri, anzi i debiti. Come quelli, per milioni di euro, che hanno portato al concordato preventivo l’Aamps, municipalizzata dei rifiuti (ribattezzata l’azienda col buco intorno) sui cui bilanci da qualche mese indaga la Procura, in uno stillicidio di avvisi di garanzia, quindici in tutto.

E mentre in città si tira a indovinare chi sarà il prossimo, succede che il sindaco grillino Filippo Nogarin prenda in prestito la metafora ornitologica preferita del premier Renzi, il volteggiare dei gufi, per rispondere a chi gli chiede se e quando il postino consegnerà anche a lui l’avviso di garanzia, già arrivato all’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti. Per la cronaca, nel registro degli indagati al momento ci sono più ex amministratori Pd (l’ex sindaco Cosimi, il suo vice Picchi e l’ex assessore al Bilancio Nebbiai) che omologhi pentastellati. E ognuno di loro l’ha ammesso.

MA È ANCHE vero che gli inquisiti del Pd sono tutti «ex», nessuno di loro «esercita», ed è più facile fare outing se non si riveste più un incarico pubblico, e non si milita in un Movimento che ha gridato «onestà onestà» anche ai funerali del suo guru Gianroberto Casaleggio, e chiede le dimissioni per chiunque rivesta una carica elettiva e sia inguaiato con la magistratura. È questa l’obiezione che, all’indomani dell’ennesima tempesta in cui naviga la giunta grillina di Livorno, tutti – e soprattutto dal Pd livornese e toscano – muovono a Nogarin, al Direttorio, e al Movimento intero. E - sì, succede anche questo - solo Renzi si distingue: «Un avviso di garanzia non è mai una condanna. Noi non chiederemo le dimissioni all’assessore del Movimento5 stelle indagato a Livorno. Chi è colpevole e chi no viene deciso seguendo un iter processuale».. «NON HO ricevuto alcun avviso di garanzia – dice Nogarin, sospirando stanco – e non sto sulla porta ad aspettare il postino. Quelli che lo dicono sono dei gufi. Sono tutti gufi. Prima dobbiamo leggere gli atti della Procura. E finché non ne avremo preso piena visione, non c’è proprio niente da dichiarare».

Mentre dal Direttorio, Di Maio, Di Battista, Fico, Ruocco e Sibilia ancora tacciono, è un deputato M5S, Danilo Toninelli, l’unico ad esprimersi sul caso Livorno, anticipando a Rainews24 la linea 5Stelle, da qui in poi: «Chi è indagato non deve per forza essere espulso. Noi valutiamo volta per volta cosa sta dietro alle indagini e, se nel caso di Livorno potremo valutare qualcosa di doloso, che non andava bene, non aspetteremo un giudizio di primo grado. Ci sono indagini che partono molto prima dell’amministrazione 5Stelle, ascoltiamo il nostro sindaco Nogarin e l’assessore, poi decideremo il da farsi». DEL RESTO lo stesso Nogarin lo ha già puntualizzato: «Siamo stati noi i primi a voler fare chiarezza sulla gestione di Aamps rendendo nota la situazione debitoria dell’azienda». Sono stati loro a scoperchiare il pentolone, insomma. Assumendosi anche il rischio di finirci scottati.