Referendum, Renzi a Piombino e Livorno per il 'sì' / FOTO

Presidio di un gruppo di lavoratori della ex Lucchini, lo stabilimento siderurgico di Piombino

Matteo Renzi a Livorno per la campagna referendaria (Foto Novi)

Matteo Renzi a Livorno per la campagna referendaria (Foto Novi)

Livorno, 22 novembre 2016 - «Il referendum è fondamentale perché si va ancora troppo piano. L'Italia deve accelerare il passo e per questo non si può essere circondati da burocrati e avere 950 parlamentari e la sovrapposizione di competenze tra stato e regioni. Le riforme servono a far correre il paese. Non guardateli i sondaggi, sono tutti sbagliati». Così il premier Matteo Renzi si è rivolto al pubblico del Palatenda di Piombino nel corso di un incontro della campagna referendaria.

«Sono convinto che la maggioranza silenziosa degli italiani potendo scegliere, quando si va nel merito, voti per il buonsenso, non contro qualcuno». «La gente - aggiunge - pensa che sia un referendum su di me anche per colpa mia. Ma il Sì o No non è sul processo alle intenzioni, su come è andata la campagna elettorale, ma sul quesito». «Per ridurre la Casta - afferma il premier - non serve un talk show, basta la matita. Se il 4 dicembre vince il No non cambia niente».

E  in prossimità del Palatenda stamani si è svolto un presidio di un gruppo di lavoratori della ex Lucchini, lo stabilimento siderurgico di Piombino (FOTO). I manifestanti, riuniti nell'associazione Articolo 1, hanno esposto striscioni su cui è scritto 'Renzi e Rebrab solo promesse per Piombino' e 'Aferpi 1/7/17 licenza di licenziare'. «Renzi - spiega Alessandro Babboni, lavoratore della ex Lucchini - è la persona che con il suo governo s'è preso la responsabilità di portare Rebrab a Piombino come possibilità di rilancio del polo siderurgico ex Lucchini. A distanza di un anno e mezzo il piano industriale è fermo a zero, siamo stati quasi un anno e mezzo in cassa integrazione. Siamo rientrati adesso e, formalmente, abbiamo un nuovo regime contrattuale di solidarietà, di fatto non andiamo a lavorare perchè non c'è bisogno di noi. L'indotto sta licenziando. Ora chiediamo chiarezza, meglio una bugia dolorosa ma che sia la verità».

Il presidente del Consiglio è poi partito alla volta di Livorno dove è stato accolto nella sede della Svs. Dopo la tappa labronica, la prima volta da premier e un ritorno dopo ben quattro anni dalla prima visita nel 2012 del «Rottamatore» nella città dei Quattro Mori, il presidente del consiglio e segretario nazionale Pd proseguirà in direzione Pisa, per intervenire alle 17 alla Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi).