Livorno si ribella al governatore. E Rossi diserta la cena al circolo

Scissione del Pd, dure reazioni rispetto alla scelta del presidente della Regione. Salta l’appuntamento fissato per ieri sera all’Arci di Colline. Tra imbarazzi e malumori

 La cena al circolo Arci di Colline dove era atteso il governatore della Toscana Enrico Rossi

La cena al circolo Arci di Colline dove era atteso il governatore della Toscana Enrico Rossi

Livorno, 21 febbraio 2017 - Ha già risposto il governatore della Toscana Enrico Rossi al titolo dell’incontro «Parliamo di come cambiare il Pd e l’Italia» al quale era atteso, ieri sera, al circolo Arci di Colline. Ha risposto guidando il gruppo degli scissionisti fuori dal partito; ha risposto «disertando» l’incontro-cena a Livorno che rischiava di trasformarsi in una corrida di contestazioni. Alla comunicazione dell’assenza del Governatore, c’è infatti chi ha tirato un respiro di sollievo. La scissione ha creato un bel po’ di imbarazzi, anche tra chi – fino a pochi giorni fa – sbandierava la causa politica del presidente. Tra questi il segretario comunale del Pd Federico Bellandi che, pochi minuti prima di apprendere la notizia della mancata partecipazione di Rossi alla cena, ha fatto sapere che lui non sarebbe stato presente. Bellandi, come ha dichiarato pochi giorni fa proprio a La Nazione, aveva a cuore il progetto riformista di Rossi. «Ora le carte in tavola sono cambiate – dice Bellandi – io sono il segretario del Pd e ho bisogno di dare un messaggio chiaro, alla cena non ci sarò». E aggiunge: «Non capisco il perché di questa scissione, mi sembra il coro dell’Aida». Poi, su Facebook, Bellandi ha aggiunto: «Nei mesi scorsi ho avuto modo di parlare con Enrico Rossi, la sua proposta avrebbe dovuto mirare alla costruzione di un’area politico culturale all’interno del Pd richiedendo una maggiore attenzione per la lotta alle diseguaglianza. C’era anche la legittima aspirazione a contendere la leadership all’attuale Segretario. Ho assistito sbigottito alle prese di posizione delle ultime ore da parte di Rossi. Questo improvviso mutamento delle carte in tavola non può che essere non condivisibile. Non posso quindi che esprimere la mia disapprovazione per la scelta di lasciare il Partito esercitata da Rossi e da altri dirigenti». Alle parole di Bellandi fanno eco quelle di Valerio Fabiani, segretario della federazione Pd Val di Cornia: «Non avrei mai voluto trovarmi a commentare l’addio di Enrico Rossi. Mi sento di dire a lui e a tutti gli altri che stanno meditando di percorrere la stessa strada che non capisco e non condivido».

Non poteva mancare la nota del Pd territoriale guidato da Lorenzo Bacci, con l’esecutivo che scrive: «Ci auguriamo che in queste ore che ci separano dalla Direzione Nazionale, Rossi possa ricredersi su questa sua decisione, ingiustificata dal punto di vista politico. Decisione peraltro nefasta per le prospettive di una Regione e di un territorio, il nostro, che ha esigenze e priorità peraltro ben definite in modo chiaro e condiviso tra tutti i livelli, dal locale al nazionale, del nostro Partito». E mentre si aggiungono smottamenti nelle file del Governatore, molti dei suoi uomini pare si stiano avvicinando al ministro Orlando che potrebbe rappresentare l’uomo della sinistra nel Pd. E il carro si sta riempiendo, anche di voltagabbana.

michela berti