«Ingerenze e un clima di terrore». Maltinti prossima al licenziamento

La direttrice generale accusava i 5Stelle. Avviata procedura di revoca

Sandra Maltinti, direttore generale del Comune di Livorno

Sandra Maltinti, direttore generale del Comune di Livorno

Livorno, 30 giugno 2016 - SANDRA Maltinti, direttore generale del Comune ieri mattina in prima commissione (dove si affrontava la questione dei dipendenti comunali) si è tolta molto più di un sassolino dalla scarpa contro la giunta Nogarin. Per questo motivo è stato avviato il procedimento di revoca nei suoi confronti. Le è stato comunicato con lettera inviata per posta certificata ieri sera alle 21. Ora avrà 5 giorni di tempo dal ricevimento per presentare le proprie controdeduzioni. In diretta streaming la Maltinti ha lanciato accuse sulla giunta pentastellata e i consiglieri di maggioranza (con tanto di relazione scritta) ritenendoli responsabili di «indebite ingerenze per realizzare le loro personali iniziative». Così alla presidente della commissione Monica Ria, a nome delle opposizioni, Marco Cannito di Città Diversa e Giovanna Cepparello (del gruppo Misto), hanno chiesto di portare alla Procura della Repubblica la relazione del direttore generale. Lo farà questa mattina.

COSA C’È SCRITTO nella relazione Maltinti? Il sindaco ha sporto denuncia per diffamazione nei suoi confronti perché ha sostenuto di aver dovuto firmare le dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione. La Maltinti ha detto che nonostante il tentativo di delegittimarla restava al suo posto «per cercare di tamponare, o impedire un arbitrario esercizio amministrativo-contabile». Poi è salita in cattedra dando una “lezione” al sindaco e alla sua giunta. «I dirigenti sono tenuti per legge a sottoscrivere solo gli atti legittimi e ne rispondono personalmente. Il sindaco e gli assessori tendono a prendere decisioni operative e pretendere che i dirigenti appongano a valle delle loro scelte i loro pareri sovrapponendosi di fatto all’azione dirigenziale». La Maltinti ha poi sparato per colpire punti vitali accusando assessori e consiglieri comunali di «indebite ingerenze per realizzare le loro personali iniziative rivolgendosi direttamente agli impiegati più accondiscendenti che molto spesso non riferiscono ai dirigenti con conseguenti sovrapposizioni e disservizi». Per cui secondo la Maltinti ciò ha causato «un cattivo clima lavorativo improntato dal timore anche ad esprimere le proprie opinioni, come nel caso di una addetta alle pulizie allontanata dal primo piano (di Palazzo Civico, ndr) perché sentita al supermercato parlare male dell’amministrazione. Ne era stato chiesto il licenziamento come per altri dipendenti». Dai banchi dei 5 Stelle il capogruppo Francesco Bastone ha chiesto alla Maltinti «i nomi di chi accusa di indebite ingerenze». E a margine della commissione sulle presunte ha riferito che «tempo fa venne una dipende del comune da me per manifestate il proprio disagio. Era impegnata in un concorso interno per le posizioni organizzative. Dopo quell’episodio è stata fatta una mozione in consiglio per chiedere che le posizioni organizzative siano riviste nella riorganizzazione generale e ridotte. La lavoratrice è tornata in lacrime da me perché era stata redarguita per avere avuto contatti con esponenti politici».

L’assessore al lavoro Francesca Martini ha tagliato corto: «Non esistono procedimenti disciplinari verso dipendenti per opinioni sull’ente e chi l’amministra. E chi fa certe affermazioni se ne assumerà la responsabilità».