Se riparte Piombino riparte l'Italia, il presidente Kutufà: "Il problema è il costo dell’energia bisogna trovare soluzioni competitive"

Priorità: "Il problema delle bonifiche è fondamentale, poi si deve completare il porto e 398"

Il presidente della Provincia, Giorgio Kutufà detta le priorità

Il presidente della Provincia, Giorgio Kutufà detta le priorità

Piombino, 1 ottobre 2014 — SE RIPARTE Piombino, riparte l’Italia. Oggi ne parliamo con il presidente della Provincia Giorgio Kutufà. Kutufà, è ormai agli ultimi giorni del suo mandato, ma ha seguito da vicino tutta la vicenda Lucchini ed ha partecipato spesso alle manifestazioni a Piombino in difesa dei posti di lavoro.

Ripartire da Piombino è possibile? «Purtroppo la crisi è a livello nazionale, ma fate bene a sottolineare la necessità di rimettere in moto le industrie piombinesi. Mi sembra una iniziativa che va nel verso giusto».

L’offerta di Jindal per Lucchini può essere un modo per iniziare a guardare al futuro? «Io ho puntato fin dall’inizio su questa proposta, l’unica realistica. Per quel che ne sappiamo ad oggi è insufficiente per salvaguardare tutti i posti di lavoro. E’ comunque un elemento certo da cui ripartire. Su questa offerta va costruito un piano, bisogna far crescere la produzione e recuperare competitività. Mi pare di capire che ora il nodo da sciogliere sua quello dell’energia».

A questo proposito come giudica il progetto di una centrale a carbone? «Bisogna vedere il piano nei dettagli. Va valutata la compatibilità ambientale e fatto un bilancio complessivo delle emissioni della vecchia fabbrica Lucchini e quello che sarà l’impatto del nuovo progetto. E’ ovvio che si ragiona di scelte fatte con le migliori tecnologie come i carbonili coperti e le emissioni ridotte al minimo. ma non c’è solo il carbone. Va valutato anche l’utilizzo del metano per il preridotto metano e la fornitura attraverso l’Olt, il grande deposito e rigassificatore che è stato realizzato al largo di Livorno. Bisogna mettere in rete le risorse della Provincia. Serve un’ottica di sistema, non si può guardare ad un singolo territorio in un mondo che ragione a livello globale».

E il porto di Piombino? «In un momento in cui gli investimenti pubblici sono limitati a Piombino è stato realizzato un investimento consistente in tempi relativamente brevi. Il fondale a -20 metri è un elemento di forza. L’autorità portuale di Piombino. ha lavorato bene sotto la guida del commissario Luciano Guerrieri. Come Provincia abbiamo offerto il supporto e siamo sempre stati aperti agli investimenti anche stranieri. Il mio contestato viaggio in Indonesia aveva questo scopo».

Che cosa chiederebbe al Governo centrale? ​«A Piombino il problema delle bonifiche è fondamentale. Bisogna dare delle risposte alle imprese in termini di semplificazione. Poi occorre completare il porto con la 398 a quattro corsie (mancano gli ultimi 5 chilometri) e il corridoio tirrenico. A livello più ampio ridurre le tasse sul lavoro con tagli all’Irap. Si è già intervenuti in questo senso, ma serve un passo ulteriore»