Nel "Livornopoli" negli Euro ci sono i 4 Mori. E la prigione? Sono le Sughere

Giusy inventa i giochi da tavolo (e non solo) in salsa amaranto. A Natale arriva anche il "Mercante in fiera"

Il Livornopoli e Giusy Anzovino

Il Livornopoli e Giusy Anzovino

Livorno, 30 agosto 2015 - «Mi piacerebbe inventare sempre nuove pedine, per esempio lo scagliozzo, il frate o magari il gozzo. E’ difficile impostare la propria vita sulla creatività, ma ormai ho capito. Sono una ragioniera mancata, l’arte è sempre stata nelle mie corde: e di questo vivo». E’ un vulcano di idee Giusy Anzovino, entusiasta inventrice del «Livornopoli», rivisitazione del leggendario gioco da tavolo in salsa amaranto dove negli Euro è raffigurato Ferdinando coi 4 Mori, ci sono Borgo Cappuccini, via del Littorale, via Gobetti e via Filzi e la prigione sono Le Sughere. «L’idea è nata una sera d’estate tra amici... un foglio di carta, un fogliaccio qualunque, pedine improvvisate, imprevisti e probabilità buttati lì a battuta – racconta – Ci abbiamo giocato tanto, poi ce ne siamo dimenticati. A distanza di anni quando ho aperto “Gialloragno” (negozietto artigianale che avevo in via Pieroni a Livorno) mi è venuto in mente di riprendere in mano l’idea; ed è stato un grande divertimento oltre che una grande soddisfazione». In arrivo anche una nuova creatura, sempre nell’ambito dei giochi da tavolo... livornesi: «Il Mercante in fiera».   «E’ già tutto pronto, ho con me i disegni finiti. Devo solo mandarlo in stampa, credo che per il periodo di Natale sarà pronto e in vendita. Ovviamente ci saranno personaggi “alterati” rispetto all’originale: la Fortezza, la pula... e così via». Il «Livornopoli» prenderà vita durante una serata al Bad Efl pub in via delle Posta, in programma per il 4 settembre alle 20. «Quest’estate ho preso parte anche a uno degli eventi collaterali nel cartellone di Effetto Venezia – racconta ancora – con una mostra di miei quadri da “Little Venice”. Anzi, in questo periodo mi sto dedicando soprattutto alla pittura». Giusy, mamma a tempo pieno, ha trasformato la sua casa in uno studio creativo: «Sono andata anche al Cna per fare richiesta per avere dei fondi, ma bisogna avere un negozio. Io ci ho pensato: a me alla fine basta l’ingegno e la matita. Poi mando tutto in stampa, il negozio non mi serve». Giusy però non si è fermata, e ha fondato un sito internet che funziona come un negozio (www.giusyanzovino.it). «Una curiosità, ho iniziato anche a realizzare, sempre in salsa livornese, dei ciondoli vintage che raccontano i nostri proverbi e detti popolari. I monili mi arrivano direttamente dal Canada – ho conosciuto una ragazza che li produce tramite i mille contatti della rete web – e io ci “monto” dentro i proverbi creando questo intreccio di vintage chic e... ironia popolare labronica. Il ciondolo più richiesto? L’intramontabile “Ti c’ho nel cuore, ma...” completate voi la frase».   Per realizzare una scatola di «Livornopoli», che è bene sottolineare è realizzato interamente a mano, Giusy impiega poche ore. «In una giornata, tuffandomici a capofitto, posso arrivare a produrne anche una decina – spiega entusiasta – Per ora né il Comune né il Vernacoliere hanno mostrato interesse per queste mie creazioni, che potrebbero diventare un brand, un souvenir. Ne ho vendute molte scatole a livornesi trasferiti in Olanda e in America per lavoro, ma anche a Roma. Il livornese “garba”». Giusy disegna e realizza anche targhe con le caricature delle famiglie da appendere alla porta, «topper» per torte («le ho vendute anche in Veneto») e bomboniere. «Ho collaborato anche per una ditta di Pisa che fa abbigliamento in fibra di latte. Una soddisfazione disegnare e vedere il proprio lavoro indosso alle persone. Per i miracoli? Mi sto attrezzando».