Addio a Toaff, storico rabbino di Roma. I funerali nella sua Livorno

Avrebbe compiuto 100 anni fra pochi giorni. Il cordoglio di Renzi. Pacifici: "E' stato un grande della storia". Storico il suo incontro con Giovanni Paolo II in sinagoga / IL NOSTRO ARTICOLO IN OCCASIONE DEL SUO 99° COMPLEANNO

Il rabbino Elio Toaff (Ansa)

Il rabbino Elio Toaff (Ansa)

Livorno, 19 aprile 2015 - L'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff è morto stasera nella Capitale. Avrebbe compiuto a fine aprile 100 anni. Toaff era nato il 30 aprile 1915 a Livorno.

Storico l'incontro di Toaff con Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma.

"Un pensiero carico di gratitudine e affetto per il rabbino Elio Toaff, grandissimo italiano e uomo simbolo della comunità ebraica". Lo scrive su Twitter il premier Matteo Renzi, dopo aver appreso la notizia della morte di Toaff.

"Un grande della storia, un gigante". Così il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici ha definito l'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff. "Un uomo che ha fatto la Resistenza e ha ridato orgoglio alle nostre comunità. Un uomo del risorgimento ebraico romano e italiano", ha aggiunto Pacifici.

Elio Toaff non è stato solo un grande rabbino italiano ma una figura indelebile della storia patria. Ed ha inciso nel profondo il dialogo tra ebrei e cristiani fin dai tempi della sua vicinanza con Giovanni XXIII per il quale pregò da ebreo nei momenti finali della vita del papa. Una delle immagini più potenti che segnano il rapporto tra le due fedi è stata quella che ritrae Toaff vestito con i paramenti bianchi della tradizione accogliere nella Sinagoga di Roma papa Giovanni Paolo II il 13 aprile del 1986: la prima volta di un pontefice in un Tempio ebraico. Di quell'incontro scrisse più tardi: "Insieme entrammo nel Tempio. Passai in mezzo al pubblico silenzioso, in piedi, come in sogno, il papa al mio fianco, dietro cardinali, prelati e rabbini: un corteo insolito, e certamente unico nella lunga storia della Sinagoga. Salimmo sulla Tevà e - raccontò - ci volgemmo verso il pubblico. E allora scoppiò l'applauso. Un applauso lunghissimo e liberatorio, non solo per me ma per tutto il pubblico, che finalmente capì fino in fondo l'importanza di quel momento...". Ma ci fu un punto in cui quel tributo divenne "irrefrenabile" e fu - aggiunse Toaff - "quando il Papa disse: 'Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiorì".

Un momento storico per un uomo di fede come lui che per 50 anni è stato rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, la più numerosa d'Italia.

Nato il 30 aprile del 1915 a Livorno, figlio del rabbino capo della città, Toaff era laureato in legge e in teologia all'Università di Pisa dove ottenne anche il titolo di rabbino maggiore. Nel 1941, nel pieno delle leggi razziali, andò a dirigere la Comunità ebraica di Ancona; due anni dopo, nel 1943, raggiunse i partigiani in Versilia. Catturato dai tedeschi - che poco dopo avrebbero compiuto la strage di Santa Anna di Stazzema - riuscì a scampare all'eccidio. Alla fine della guerra fu nominato rabbino capo di Venezia, dove divenne anche docente di Lettere ebraiche all'Università Cà Foscari.

A Roma arrivò nel 1951 raccogliendo l'eredità di un altro grande rabbino capo della capitale, David Prato. Lì trovò una comunità travolta dalla persecuzioni, che aveva subito la grande razzia del 16 ottobre del 1943 e che era stata decimata nei campi di sterminio nazista. Per 50 anni è stato la massima autorità religiosa degli ebrei romani, figura di primo piano dell'ebraismo italiano ma anche della vita sociale della nazione. Toaff, a detta di molti, era un uomo schietto, affabile e al tempo stesso molto legato ai principi della normativa religiosa ebraica. Figura, fin dalla sua nomina, amatissima dalla comunità romana che spesso lo omaggiava quando passeggiava in Piazza, come gli ebrei romani chiamano il cuore del Ghetto.

Toaff ha lasciato la sua carica l'8 ottobre del 2001 a 86 anni: fu lui stesso ad annunciarlo quel giorno al termine delle preghiere in Sinagoga. Un annuncio che commosse e colpì non solo gli ebrei romani ma l'intero ebraismo italiano. Alla sua autorevolezza, alla sua umanità e alla sua dottrina rese omaggio anche papa Ratzinger. Nel gennaio 2010, nella seconda visita di un pontefice ad un tempio ebraico, Benedetto XVI, prima di entrare in Sinagoga - dove l'attendeva il successore di Toaff, Riccardo Di Segni - il papa si fermò davanti la casa dell'oramai rabbino emerito di Roma dove ci fu l'incontro tra i due.

Vedovo da molti anni di Lia Luperini, Toaff ha avuto quattro figli. Per molti anni Toaff è stato direttore del Collegio rabbinico italiano, dove si formano i futuri rabbini e anche, molto a lungo, presidente del Tribunale rabbinico di Roma. Una raccolta di firme fu promossa anni fa dal segretario confederale della Uil Paolo Pirani per chiedere all'allora presidente Ciampi la nomina a senatore a vita.

I funerali si svolgeranno lunedì pomeriggio a Livorno.