Moby Prince, in piazza per chiedere "verità" a 24 anni dalla tragedia. E il figlio del comandante chiede a Renzi di aprire gli archivi di Stato

Oggi venerdì 10 aprile ricorre il 24° anniversario della tragedia del traghetto, in cui morirono140 persone / MESSA IN RICORDO DELLE VITTIME-FOTO / LA COMMEMORAZIONE/ FLASH MOB IN PIAZZA GRANDE: VIDEO / FLASH MOB: FOTO / TRAGEDIA MOBY PRINCE, NUOVO DOSSIER / LE FOTO DELLA TRAGEDIA / 21MILA FIRME PER LA PETIZIONE ONLINE /

Moby Prince

Moby Prince

Livorno, 9 aprile 2015 - Il 10 aprile ricorre il 24/o anniversario dalla tragedia del Moby Prince, in cui morirono 140 persone. Oggi in piazza Grande si è tenuto un flash mob per chiedere "verità" sul caso, con striscioni e volantini.

Presidio silenzioso, nel tardo pomeriggio di oggi in piazza Grande a Livorno, per ricordare le vittime del Moby Prince, alla vigilia del 24° anniversario della tragedia. I manifestanti erano vestiti di nero e tenevano in mano un cartello con scritto 'Verità per il Moby Prince #Iosono141', con sul retro stampata una lettera aperta di Loris Rispoli, presidente dell'associazione delle vittime '140'. Una «chiamata alla memoria», organizzata dall' associazione "Effetto Collaterale", per coinvolgere la città proprio in vista della commemorazione di domani. Al presidio hanno preso parte anche la vicesindaco Stella Sorgente, alcuni assessori e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. «Come ogni anno, anche noi di Effetto Collaterale partecipiamo alle commemorazioni dell'anniversario - spiegano gli organizzatori - Lo abbiamo fatto quattro anni fa quando portammo in scena "1991 il fatto non sussiste", uno spettacolo i cui protagonisti sono un gruppi di cittadini che non vogliono dimenticare, e lo abbiamo fatto negli anni seguenti allestendo letture collettive, come lo scorso anno con la lettura pubblica del libro di Francesco Sanna "Verità privata del Moby PrincE". Oggi vogliamo partecipare a questo importante anniversario in modo diverso, lo vogliamo fare fuori dai teatri e dentro la nostra città lanciando una chiamata alla memoria che coinvolga i cittadini in un'azione collettiva. Insieme ricorderemo, insieme ci incontreremo sulla strada della legalità, della verità e della giustizia".

E Luchino Chessa, figlio del comandante del traghetto, ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi per chiedere di aprire gli archivi di Stato e fare luce sul disastro. «Ancora noi familiari attendiamo di sapere la verità - scrive Chessa - nella speranza di una giustizia che plachi la nostra rabbia». In Senato sta andando avanti una proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta parlamentare: «Noi familiari - prosegue la lettera - non ci siamo mai sentiti così vicino al risultato di avere a disposizione un strumento politico che possa fare luce sugli innumerevoli dubbi della vicenda. Le chiedo gentilmente un suo pubblico appoggio alla nascente commissione di inchiesta. Non capisco il suo silenzio, non capisco perché non può spendere anche poche parole che danno un evidente sostegno a chi in Senato e alla Camera si sta impegnando in un importante passo politico, e che danno anche conforto e forza di andare avanti a noi familiari. E ancora perché continua con il silenzio, dopo le nostre innumerevoli richieste di rendere pubblici tutti i documenti dello Stato che in qualunque modo possono essere utili alla verità?».