Lo "stradone" dove corre la morte. "Già otto vittime, è inaccettabile"

Vada: l'accorato appello di Roberto Creatini, presidente della Pro Loco

Lo stradone della Torre e, nel riquadro, Roberto Creatini

Lo stradone della Torre e, nel riquadro, Roberto Creatini

Vada (Livorno), 11 febbraio 2016 - Pochi giorni fa un’altra vittima, un’altra croce disseminata in una zona tristemente nota per gli incidenti stradali, in cui è ormai indilazionabile l’adozione di provvedimenti urgenti per garantire la sicurezza. La recentissima notizia della morte del 64enne Fabrizio Lami, rimasto ucciso il 4 febbraio scorso mentre era alla guida del suo Ape Piaggio, dopo un tremendo impatto con una Smart, ha riacceso le polemiche sulla pericolosità del tratto di viabilità che collega il centro di Vada con la statale 206, e in particolare sullo stradone della Torre in prossimità degli incroci con via Belvedere e via Tripesce. Strade secondarie che sinora sono state scenario di ben 8 incidenti mortali ma che continuano a essere lasciate come sono nonostante le ripetute richieste che ormai da anni giungono da residenti e villeggianti.

Nelle settimane scorse al Comune e alla Provincia civico è stata perfino recapitata una petizione sottoscritta da duecento firme per sollecitare gli organi preposti ad affrontare il problema e trovare quanto prima una soluzione efficace. Poi l’ennesima tragedia della strada, quella del povero Fabrizio Lami, ha nuovamente acceso gli animi. Come quello del presidente della Pro Loco di Vada, Roberto Creatini, che sul social Facebook ha sfogato tutta la propria rabbia: “Purtroppo siamo tragicamente arrivati ad otto – scrive Creatini –. Otto sono infatti le vittime della strada che hanno perso la vita all’incrocio tra lo stradone della Torre e via Belvedere; otto, tra cui una bambina, in pochi anni e cioè da quando fu asfaltato lo stradone del Belvedere e rese transitabili quelle strade interne alla campagna vadese. Le circa 200 firme della petizione vogliono dire basta a questa situazione di estremo pericolo”.

“Non si può più aspettare la nona o decima vittima – prosegue Creatini – otto sono già una tragedia. E’ necessario intervenire subito con soluzioni che tolgano quei pericoli. Ottimali sarebbero le rotatorie di cui la Provincia già si fece carico ed iniziò le pratiche di esproprio terreni, ma poi tutto si è fermato non si sa per quale motivo. Ma in attesa della burocrazia tra Provincia, o Regione, o Comune, dobbiamo fare qualcosa nell’immediato. La soluzione che propongo, anche a nome dei firmatari della petizione, è quella di allargare l’ultimo tratto dello stradone Belvedere lato a nord affinché si ampli l’uscita da questo sulla via della Torre con due bretelle una verso ovest ed una verso est in modo che chi proviene dallo stradone del Lupo debba seguire due corsie o verso mare o verso monte trovando ben visibile segnaletica. Coloro che invece provengono dallo stradone Belvedere lato Cecina, avrebbero ben visibili i segnali stradali posti al centro della strada di fronte e quindi l’incrocio risulterebbe molto ben visibile. Per effettuare questi interventi non penso occorrano molti soldi ne tempi perché sono sicuro che gli stessi proprietari dei terreni prossimi all’incrocio accetterebbero anche esproprio volontario per pochi metri quadri di terreno in quanto anch’essi ritengono non più accettabile una situazione del genere”.