L'esultanza del Livorno (Novi)
Servizi a cura di Alessandro Antico, Paolo Biagioni, Nicolò Cecioni, Francesco Foresi
Livorno, 13 dicembre 2014 - Amaranto significa «che non appassisce» e infatti questo Livorno non muore mai. Sotto 1-2, a un quarto d'ora dalla fine i ragazzi di Gautieri trovano la forza di raddrizzare la partita e ribaltare il risultato. Fondamentale l'innesto di Jefferson, attaccante brasiliano che ha letteralmente rotto l'equilibrio del match. Dopo un inizio a ritmi bassi, gli amaranto passano in vantaggio alla prima occasione grazie al gol di Jelenic al 9'. Cross di Cutolo dalla destra, Moscati svetta di testa e colpisce il palo. Sulla ribattuta, l'attaccante sloveno brucia tutti i difensori e in scivolata sblocca il risultato.
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Una volta passati in vantaggio, però, gli amaranto si adagiano sugli allori e lasciano al Catania palla e spazi in campo. Ma i siciliani non riescono mai a concretizzare le occasioni e la partita si innervosisce. La squadra di Sannino, però, continua a crescere, lavorando ai fianchi gli avversari. Gli amaranto subiscono la rete del pareggio al 36'. Batti e ribatti in area di rigore livornese, nessun difensore riesce a spazzare via il pallone. Dalle retrovie arriva Chrapek che segna con un tapin vincente infilando la sfera alle spalle di Mazzoni. Nel finale del primo tempo il Livorno torna a spingere fortissimo. In 10 minuti arrivano tre occasioni pericolose.
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La prima capita sui piedi di Vantaggiato che come un panzer si fa spazio tra la difesa etnea superando due avversari e entra in area. Frizon è bravo a dire di no all'attaccante brindisino. L'estremo difensore rossoazzurro si supera anche due minuti più tardi, allontanando la palla sul bel cross di Gemiti, calibrato perfettamente sulla testa di Vantaggiato. Allo scadere ci prova anche Biagianti. L'ex di turno, però, non arriva per un soffio sul traversone di Cutolo e la palla esce a lato della porta. La verve amaranto rimane negli spogliatoi e all'inizio della ripresa è il Catania a premere sull'acceleratore. Il primo squillo arriva da Cani. Il giocatore etneo però si fa ipnotizzare da Mazzoni che para in tuffo. Il numero 17 catanese crea il panico e l'unico modo che Moscati ha per fermarlo è facendogli fallo. Il tocco avviene dentro l'area e Di Paolo assegna il rigore. Sul dischetto va Calaiò che non sbaglia, ribaltando il risultato.
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Dopo lo svantaggio il Livorno sparisce e gli ospiti dominano in lungo e in largo, preferendo, però, gestire il vantaggio piuttosto che continuare ad attaccare. I ritmi si abbassano notevolmente. La partita si accende improvvisamente al 33' con l'ingresso di Jefferson. Il brasiliano al primo tocco segna la rete della speranza. Siluro da fuori e Frison battuto. Decisivo, però la rete del 2-2 è stato l'erroraccio di Frison che si fa ingannare da una zolla e calcola malissimo la traiettoria del pallone. Spinto dal pubblico il Livorno inizia a credere all'impresa e un minuto più tardi la porta catanese è di nuovo violata. Tiro a giro di Galabinov dal limite dell'area e 3-2. Per i catanesi è il colpo del ko e gli amaranto hanno anche la possibilità di fare il poker. La rete del definitivo 4-2 arriva all'89'. Assist al bacio di Jefferson per Siligardi che entra e non può sbagliare. Vittoria sudatissima per i ragazzi di Gautieri che tornano al terzo posto.
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