Limoncino, discarica ok. Manca solo la strada

Tutto pronto per ospitare i rifiuti ma il nodo resta l'accessibilità alla vetta del colle

La discarica del Limoncino

La discarica del Limoncino

Livorno, 3 ottobre 2015 - La discarica del Limoncino è pronta. Tutte le autorizzazioni – comprese quelle altamente tecniche richieste dai dirigenti di palazzo granducale – sono nel cassetto dell’azienda Bellabarba Ambiente che, dopo anni di battaglie legali e scontri in tribunale, ha superato tutti gli ostacoli... Tutti tranne uno: la strada. Via del Limoncino, quella piccola strada solo in parte asfaltata, unico accesso alla discarica. L’udienza sulla sicurezza della strada che vede il comitato contrario alla discarica dar battaglia si terrà a novembre al tribunale civile di Firenze. Così, il destino della discarica del Limoncino e di consegueza dell’azienda Bellabarba Ambiente dipenderà dal verdetto del giudice.  La strada del Limoncino è privata, come si legge sul cartello stradale che accoglie il visitatore, vietato il transito a camion superiori a 3,5 tonnellate. Ci accedono i residenti della zona che da anni contestano la discarica ma che sono alle prese con l’ipotesi di riqualificazione di tutto il comparto delle colline livornesi. Tra gli annessi agricoli, infatti, ci sono strutture abusive realizzate senza permessi che poco le strutture leggere in legno lamellare, deposito di attrezzi, e assomigliano a villette immerse nel verde di questo Parco naturale, riconoscuto e segnalato dalla cartellonista della Provincia.   Via del Livorno è fiancheggiata da alte siepi o reti che rendono praticamente inaccessibile alla vista tutto ciò che sta al di là della strada. Ma affacciandosi nei pochi varchi rimasti liberi, si può osservare la costruzione di nuove strutture rigorosamente in legno che ben si armonizzano con l’ambiente circostante. Un ambiente silenzioso, dopo l’alt ai camion che raggiungevano la vetta per i lavori alla discarica, dove però si possono notare segni di incuria ed abbandono come la carcassa di auto abbandonata a pochi passi dal cartello che descrive il Parco Naturale del Monti Livorno.  Dunque, da una parte la discarica pronta ad ospitare i rifiuti, dall’altra i proprietari di terre coltivate ad olivi e ortaggi – oltre agli allevatori di cavalli – che investono nella costruzione di annessi agricoli compatibili con le linee guida che il Comune sta elaborando nell’ambito del piano strutturale. Una situazione kafkiana che forse nemmeno le carte bollate risuscirà a risolvere. Tra l’altro, come anticipato da La Nazione lo scorso 28 settembre, la Bellabarba è in liquidazione con duecento creditori che aspettano il dovuto. Si tratta del ramo di azienda legato all’edilizia che dagli onori di essere stata una delle realtà più antiche del territorio si è presa tutti gli oneri della proprietà, segnata dalla vicenda giudiziaria della discarica. La partita sul futuro di questo polmone verde alle spalle della città è ancora tutta da giocare.