"Lei ha il cancro, ma non è morta". E le tolgono l’accompagnamento

Franca Angelini si rivolge alla Procura

La signora Angelini

La signora Angelini

Rosignano, 26 aprile 2015 - Chiunque si imbatta tra le righe di un caso di «mala sanità» si sente direttamente o indirettamente offeso. Storie troppo spesso o taciute nelle realtà locali dove è facile subire un abuso piuttosto che denunciare un torto. Ma una voce distorta fa la differenza. È il caso di Franca Angelina, residente nel comune di Rosignano, che nel giugno del 2014 vede cambiare drasticamente la sua vita per un brutto tumore, che nel giro di un mese, dopo l’asportazione delle ovaie, utero, parte del fegato, colon le sentenzia la prospettiva di soli 5 mesi di vita. Punto e a capo, per lei e la sua famiglia. Tra lei e la malattia, un mondo burocratico fatto di visite, diritti e doveri e una famiglia che adesso deve rivedere la propria quotidianità. Le viene riconosciuta l’invalidità totale: mani e piedi, infatti, hanno perso sensibilità agli stimoli, il sacchetto della stomia deve essere gestito, la sua rottura in pubblico rendere ancora più imbarazzante la sua presenza. La tenacia fa grandi cose, Natale, dopo il primo ciclo di chemio, diventa un traguardo raggiunto. Poi, a febbraio, l’umiliazione che non ti aspetti e qui il cancro è puramente burocratico. Ad appena sei mesi dal riconoscimento del diritto a percepire l’assegno di accompagnamento, l’Inps, le revoca l’assegno sociale.

"«Mi sento umiliata – dice Franca – sia fisicamente che mentalmente. Dicono che sono migliorata. Le cose mi cadono di mano e il formicolio che ho nei piedi mi provoca continue cadute, per non parlare delle ulcerazioni che si provocano a contatto con le scarpe. Capisco che molti lucrano sulla compiacenza di medici corrotti, ma qui l’abuso è per eccesso di zelo. I medici della commissione che hanno firmato il referto, hanno peccato di una superficialità imperdonabile. Percepisco 340 euro di pensione al mese, con mia madre invalida, di 86 anni a carico. Capisco che l’assegno di accompagnamento in Italia non viene dato in base al reddito, ma facendo due conti semplici qui la cosa è veramente grave. Mia sorella e mio figlio stanno annullando la loro vita in funzione del mio stato di salute e, se pur lodevole, capisce che è ingiusto. Combatto per la vita, difendo tutti coloro che garantiscano la mia dignità di persona prima ancora che di malato, a partire da tutto lo staff medico che mi segue a Cisanello dove sono stata operata, all’associazione delle Cure Pagliative che opera qui in Val di Cecina, senza la cui assistenza il cancro avrebbe vinto la sua partita già da tempo, ma dichiaro guerra aperta a chi specula sulla mia dignità di persona".

"Ho iniziato il secondo ciclo di chemio terapia – prosegue Franca – ho deciso di sporgere denuncia e ricorso contro l’ingiustizia che ho subito, non solo nei miei riguardi, ma anche nei confronti di chi come me, per stanchezza o ignoranza si sta assoggettando a questo silenzio assenso che ci porta a subire queste umiliazioni. Mentre il patronato sta seguendo l’iter burocratico della mia pratica, dichiaro apertamente che la mia denuncia non si limiterà a queste righe scritte ma cercherà la complicità di tutti i media che possono amplificare la mia voce e quella di chi come me ha subito questa ingiustizia".