Venerdì 19 Aprile 2024

Attacco a Parigi, il racconto di una livornese: "Ora che tutto sembra finito l'orrore rimane. Ma dico no alla paura"

Lauira Casorio lavora nella capitale francese per il Servizio missionario protestante / CHARLIE HEBDO, BANDIERA A LUTTO IN COMUNE E PRESIDIO DAVANTI AL VERNACOLIERE / FOTO / VIDEO

Laura Casorio

Laura Casorio

Parigi, 9 gennaio 2015 - Mentre i corpi speciali francesi compiono i blitz contro i terroristi islamici, gli impiegati dell''ufficio del Servizio missionario delle Chiese protestanti francesi (a meno di due cbhilometri da uno degli obiettivi dei terroristi, il supermercato ebraico a porte de Vincennes) escono come ogni giorno per andare a casa. Come se fosse un giorno normale: "Ieri ci siamo detti tutti che non avremmo cambiato le nostre abitudini e orari", spiega Laura Casorio che dai primi di gennaio è a Parigi proprio come responsabile per volontari e cooperanti francesi all'estero per conto del Servizio missionario protestante.

Origini pugliesi, nata a Parma 42 anni fa, Laura Casorio fa parte della Chiesa valdese di Livorno. E'  cresciuta a Rosignano e vive da anni con la famiglia a Castiglioncello: in questi giorni ha vissuto con angoscia la realtà di una città ferita dal terrorismo e blindata nella caccia ai terroristi. "Ora che i terroristi sono stati uccisi, dall'Italia tanti amici mi chiedono se ora sono più serena rispondo di no _racconta Casorio_  quest'orrore non ti lascia rasserenare, perchè c'é stata un'altra strage. L'orrore rimane".

Sono stati (e sono ancora, nonostante la fine della fase acuta dell'incubo) giorni di angoscia, cercando di non farsi sopraffare dalla paura: "Non mi voglio far prendere dalla paura _continua_ perché sarebbe un dare ragione a chi ne trae spunto e profitto per altri fini fa parte del mio concetto di "cittadinanza attiva" se riempio il mio spazio in una città, non lo lascio a chi vuole appropriarsene indegnamente".

​Questa per lei non è la prima volta in Francia per lavorare: per quattro anni, a Montpellier; ha lavorato per la Cevaa (la Comunità delle Chiese protestanti missionarie). "Sono arrivata a Parigi a inizio gennaio con un misto di sentimenti e curiosità legati a una nuvoa fase professionale che mi si apre davanti, cercando di districarmi sul come inserirmi nel nuovo lavoro nella nuova equipe, sul come inserirmi in questa città che non conosco e che ha tanti aspetti di curiosità e fascino _racconta Laura_ e la prima settimana mi ritrovo a confrontarmi con l'orrore di quanto si sta vivendo in questa città e a cercare di capire cosa siano le misure straordinarie di sicurezza e cosa sia invece "normale stile di vita parigino". vivere la propria quotidianità, raggiungere il posto di lavoro con i mezzi pubblici, mangiare con i colleghi durante la pausa pranzo, andare a fare la spesa...".

Difficile convivere con questa improvvisa esplosione di orrore e stato di assedio: "Una presenza costante di poliziotti, gendarmi, soldati, servizi di sicurezza armati e in posizione di difesa attiva: l'intento era quello di rassicurare la popolazione, l'impressione che si riceveva era sempre che ci fosse un pericolo imminente. la gente in piazza riunita nelle manifestazioni, ma le code di fronte ai monumenti turistici minime, i commenti ai lati della strada sottovoce. Sdegno soprattutto, e senso di fierezza".