La splendida eredità dei Friedmann

Libri e opere d'arte lasciata dalla famiglia di ebrei ai livornesi

Mina Friedmann

Mina Friedmann

Livorno, 6 febbraio 2016 - E' stata finalmente fatta la volontà di Martino Friedmann, il cittadino ebreo che prima dello scoppio della seconda guerra mondiale è stato costretto a lasciare la sua Romania e trasferirsi in Italia. Dopo una laurea in Medicina all’Università di Modena nel 1941, Friedmann venne a Livorno con tutta la famiglia, dove fu accolto e aiutato da Don Angeli che gli permise di ottenere il riconoscimento di profugo. Nel ‘46 è nata sua figlia Mina ed è a lei che il padre ha tramandato la passione per l’arte e la cultura. Laureata in Farmacia e in Scienze dell’Alimentazione, Mina ha vissuto sempre a Livorno e a Livorno ha lasciato l’eredità del padre. 

«Il papà di Mina – spiega l’amica di famiglia Giusy Poletti – era molto riconoscente nei confronti di Livorno e dei livornesi perché qui ha ricevuto ospitalità e rifugio durante la guerra. Fu accolto da Don Angeli, che molti ancora ricordano come un uomo buono e altruista, e fu aiutato nell’iter legislativo per il riconoscimento dello status di profugo. Grazie a lui è riuscito a entrare nelle strutture mediche, lavorando come dottore, e come tisiologo, fino alla morte. Ho conosciuto Mina a tre anni perché abitavamo nello stesso palazzo e mi ricordo bene di suo padre. Era un uomo molto colto e raffinato, con un’infinita passione per l’arte. Era un intellettuale e leggeva tantissimi libri, non solo di autori classici, ma anche di scrittori meno conosciuti e antichi, e aveva interesse anche per la filosofia e la pittura». Con la delibera della giunta, lo scorso 26 gennaio è stato accettato il testamento – pubblicato dal notaio Gianluca Giovannini – fatto dalla signora Mina, scomparsa a fine 2014. Cinque dipinti e una stampa sono stati donati al Comune dalla famiglia Friedmann. «Natura Morta» di Valentino Ghiglia, «Galline e Tacchini» di Vittorio Nomellini, «Ritratto» copia da Monet, «Vecchietta» di scuola napoletana e «Natura Morta con fiori» di stile fiammingo e la stampa originale di Piranei con cornice d’epoca verranno esposti al museo civico Giovanni Fattori di Villa Mimbelli.

«Questo testamento, Mina lo ha fatto per ottemperare alla volontà del padre. Da lui ha ereditato la passione per l’arte e gli interessi per la cultura. Aveva una duplice personalità. Colta e raffinata come il padre, ma allo stesso tempo limpida, sempre allegra e trasparente con tutti. Era un’amica sulla quale potevi sempre contare. Capiva le persone e le situazioni in cui si trovavano, dando consigli e aiuti senza mai sparare sentenze o dare giudizi». Oltre alle opere che sono state regalate al museo Fattori, Mina ha lasciato anche un’ottantina di libri del padre, destinate all’Archivio di Stato di Livorno. «Si tratta di una raccolta di libri di vario genere di epoche diverse. Si parte dal 1500 per arrivare fino ai giorni nostri. I testi trattano sia di scienze che di letteratura e qualcuno è anche scritto in francese. Fanno parte della raccolta della famiglia Friedmann e sono stati lasciati all’Archivio di Stato di Livorno». Un ottimo modo, insomma, per ringraziare e rendere omaggio a tutti i livornesi che hanno accolto suo padre durante la guerra.