L’ex caserma dei pompieri ai migranti

Cecina, il sistema dell’accoglienza è al collasso: ecco le proposte

Migranti in un centro d'accoglienza

Migranti in un centro d'accoglienza

Cecina (Livorno), 2 luglio 2015 - «Oggi arrivano 22 profughi da sistemare in provincia, stanotte 10 a Livorno. Li prendete?». Intorno alle 16 al Meeting antirazzista, in attesa che comincia un dibattito, appunto, sull’accoglienza, suonano i telefoni del sindaco Samuele Lippi e poi quelli di Claudia Franconi e di Marco Solimano, dell’Arci. E’ la prefettura che, come avviene ormai quasi ogni giorno, chiede aiuto per far fronte agli sbarchi, da due mesi anche due al giorno: ad oggi Livorno ospita quasi 300 profughi, la provincia poco meno di 500. Alla fine i 22 andranno a Rosignano (che già ne ha 45) ma dove, ieri sera, non era stato definito, gli altri 10 resteranno nel capoluogo ma anche in questo caso la soluzione, a poche ore dall’arrivo, non c’era. Basterebbe questo a dare l’idea dell’emergenza. «Siamo al collasso – ammette Claudia Franconi -. Abbiamo cominciato ad occuparci dell’accoglienza oltre un anno fa. Oggi l’emergenza non è rientrata, anzi, è ancora più importante e fatichiamo a rispondere». Mancano prima di tutto le strutture, anche se quelle da sole non basterebbero. Cecina ad esempio non è stata in grado di trovare soluzioni. «Il prefetto mi ha rinnovato la richiesta – ammette il sindaco Lippi –. E io ieri ho fatto nuovamente il giro di telefonate a tutti i costruttori della zona, a chiunque potesse avere degli appartamenti, ma niente». Una opportunità poteva arrivare in bassa stagione da un albergo in viale Vittoria a Marina ma è stata la stessa amministrazione a dire di no. «Abbiamo 15-18 famiglie sfrattate che d’inverno alloggiano nei residence e d’estate si spostano nelle roulotte dei campeggi. Accogliere profughi in un albergo sarebbe stato un messaggio sbagliato». Un aiuto arriverà dall’immobile in centro messo a disposizione dalla Regione m nessuno sa da chi sarà gestito o come.   «Pensiamo di poter utilizzare anche l’ex caserma dei vigili del fuoco, in via dei Parmigiani, ma è una struttura che va messa a norma». Che il problema è proprio l’immediatezza. «Ci sono dei necessari passaggi, ogni struttura deve essere vista dall’Asl per definire il numero di persone che può accogliere. Anche quando troviamo degli appartamenti, l’ultimo a Montescudaio, serve tempo tra contratti e il resto – spiega Franconi -, invece qui ci chiedono di trovare soluzioni nell’arco di due ore». E c’è poi anche il problema della gestione della permanenza. «Ci sono persone arrivate a Castiglioncello ad agosto 2014 e ancora sono lì. La mattina facciamo loro formazione, lingua ed educazione civica. Ma è necessario impiegarli». E in questo senso un aiuto arriverà dal protocollo per i lavori socialmente utili. «Lo porteremo al prossimo consiglio comunale – annuncia Lippi – poi servirà la firma del prefetto».