Arrestata infermiera, accusata di 13 omicidi, "Ha usato 'bombe' di Eparina" / TWEET

I decessi all'ospedale di Piombino, tutti avvenuti tra il 2014 e il 2015. Per uccidere avrebbe iniettato dosi massicce di Eparina / Video / Foto

I carabinieri mostrano il farmaco che sarebbe stato usato (Novi)

I carabinieri mostrano il farmaco che sarebbe stato usato (Novi)

Piombino (Livorno), 31 marzo 2016 - Su di lei pende un'accusa pesante come un macigno: omicidio volontario continuato. Per questo motivo ieri sera, all'aeroporto di Pisa, è stata arrestata Fausta Boninoinfermiera professionale dell'ospedale di Piombino. Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Nas, avrebbe ucciso 13 pazienti. La morte dei ricoverati è avvenuta tra il 2014 e il 2015. Tutti i degenti, a vario titolo e per diverse patologie, erano ricoverati all'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale civile di Piombino. L'infermiera, 55 anni, è originaria di Savona ma dagli anni '80 vive in Toscana. E' sposata e ha due figli.

incastrarla intercettazioni ambientali e materiale sequestrato durante le perquisizioni sia in ospedale che nella sua casa. Secondo l'accusa la donna avrebbe somministrato ai pazienti un farmaco non previsto dalle terapie prescritte ai degenti. Si tratta dell''Eparina', un anticoagulante che la Bonino iniettava in dosi massicce ai ricoverati, dosi che poi si sono rivelate mortali. Il farmaco avrebbe causato rapide, diffuse e irreversibili emorragie con decessi conseguenti. Le analisi hanno riscontrato concentrazioni di Eparina di anche 10 volte sopra la norma. 

 

Le vittime erano in prevalenza persone anziane, uomini e donne tra i 61 e gli 88 anni, gravi ma non in fin di vita. I pazienti deceduti erano nel reparto di anestesia per patologie anche non gravi e recuperabili, tipo la rottura del femore. Sui 13 decessi 12 sono attribuiti a 'scoagulazione del sangue', uno ad arresto cardiaco. I 13 decessi hanno alterato le statistiche dell'ospedale di Piombino e sono stati registrati tra il 2014 e il 2015: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre del 2014; 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre nel 2015.

LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA

I carabinieri, a seguito di accurate verifiche sui turni di servizio del personale operante in quel reparto, sono anche riusciti a verificare come la donna fosse sempre presente in tutti i turni sospetti (correlati alle morti), avvenuti nel reparto di anestesia e rianimazione. Particolare ancor più rilevante: dopo il trasferimento di reparto dell'infermiera, nell'ottobre 2015, i decessi sono passati dal 20% al 12% . 

Lo hanno riferito i carabinieri del Nas di Livorno, precisando che anche questa particolare statistica è un elemento importante dell'inchiesta. L'indagine è scaturita da una segnalazione di un'ennesima ed inspiegabile morte nell'ospedale di un anziano signore per emorragie diffuse non direttamente collegabili alle patologie di cui era affetto. 

Si sta facendo luce sulle motivazioni che hanno portato ai presunti omicidi, verosimilmente da collegare allo stato psichico dell'infermiera, in particolare a depressione, uso di alcol e di psicofarmaci. Il caso ricorda quello dell'ex infermiera di Lugo di Romagna Daniela Poggiali, 44 anni, condannata all'ergastolo per l'omicidio della 78enne Rosa Calderoni ma che per gli investigatori sarebbe coinvolta in una quarantina di episodi sospetti.

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L'operazione, denominata "Killer in corsia", si è conclusa nella tarda serata di mercoledì quando la donna è stata arrestata, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Livorno Antonio Pirato, all'aeroporto di Pisa, dove rientrava dopo essere stata a Parigi a trovare il figlio. L'infermiera è stata trasferita nel carcere di Pisa. Tra le aggravanti che il gip di Livorno evidenzia nell'ordinanza di arresto, oltre alla crudeltà, la violazione dei doveri di chi esercita pubblico servizio e l'aver approfittato di circostanze in cui le vittime erano in difficoltà.