«Il Vespucci è fondamentale per la Darsena Europa»

La mission dell'interporto: ne parliamo con il comandante Roma, esperto di logistica

L'interporto e il comandante Roma

L'interporto e il comandante Roma

Livorno, 29 luglio 2015 - Non sembra ancora conclusa la vicenda del vertice dell’interporto, perché il consiglio recentemente eletto si è aggiornato al 6agosto per le deleghe. Intanto tiene banco il dibattito sulla “mission” che la Regione intende sviluppare per il Vespucci. Ecco l’intervista al comandante Angelo Roma, noto esperto sui temi logistici e portuali.  Comandante Roma, il recente rinnovo del vertice del Vespucci è sembrato un pasticcio, solo in parte rimediato oggi. Il presidente uscente Barbera teme che si rinunci al retroporto...  «Mi auguro che si sbagli, perché sarebbe davvero un grave errore, in senso portuale. Dal 1997 al 2000, sono stato membro del CdA del Vespucci per conto dei Comuni, ed allora sì, era “tutto” da costruire, ma ora che s’é capito che quello è un retroporto. Le movimentazioni in porto, alla fine dell’anno, raggiungeranno quota 750/780 mila teus, tra pochi anni a questo ritmo non avremo più spazi in Darsena». I due principali soci sembra vogliano ridurre l’esposizione finanziaria, mentre è evidente che il retroporto Vespucci richiede altri investimenti. Come giudica il ruolo della Regione? «Il ruolo della Regione è fondamentale: prima di tutto, è il secondo azionista dopo il Monte dei Paschi. E’ sempre stato poi, il regista del Vespucci, ed anche ora, sono convinto, si prenderà questa grande responsabilità. Il porto non può che “proseguire” sul Vespucci. La soluzione ottimale sarebbe che l’Autorità portuale rilevasse una parte consistente delle quote del Mps». Tra le ipotesi per sopperire ai problemi di dove scaricare i fanghi di un dragaggio a -18 della piattaforma Europa (pare ormai questa la scelta) c’è di inviarli al Vespucci… «Premesso che se ci fossimo fermati a -16, tutto il materiale dragato sarebbe stato riutilizzato, con il -18 avremo all’incirca tre milioni di mc in più di dragaggio. Esiste uno studio/progetto che ipotizza un collegamento via pipeline di otto chilometri, tra la sponda est della Darsena Toscana ed il retroporto, più un impianto di trattamento dei sedimenti che separerà il solido dall’acqua, ed alla fine produrrà materiale da riempimento. Il progetto potrà essere sviluppato con quello per la gestione delle acque industriali e potabili, che prevede, tra altro, la sostituzione del depuratore del Rivellino, per il quale è già stata contattata la BEI disponibile al finanziamento». Lei ha più volte sostenuto la necessità di dragare la bocca sud dell’avamporto di almeno altri 400 mila mc. Davvero indispensabile? «Qualcuno ha detto che la bocca sud è un mio “pallino”. Certo che serve! Con l’ultimo avviso di gara dell’autorità portuale, quello del 30 giugno per Darsena Toscana e bacino d’evoluzione, tutta la Darsena Toscana ed il bacino saranno portati a -13 metri, con il bacino d’evoluzione più ampio. Se si elimina la strettoia del Marzocco e si draga canale e bacino, a quel punto, con il nulla osta della Capitaneria non ci dovrebbero essere più ostacoli ad un -12 operativo. Potrebbero entrare navi lunghe 326 metri e larghe fino a 42,8 metri». I trasbordi dei Teu sono diventati importanti per la Darsena Toscana. Ma questo richiede spazi retro-banchina che iniziano a scarseggiare. L’utilizzo del Vespucci può essere una soluzione? «Il 26% del nostro traffico containers oggi è di trasbordo. Immagino che possa arrivare, in un prossimo futuro, anche al 30%. Il TDT inoltre, unico terminal in Italia, accetta unità in export anche per la nave successiva a quella schedulata prima. Primo asset vincente: permette all’armatore di acquisire più carico. Una volta scaricati i trasbordi (di solito caricati non per porto di destinazione finale), il terminal compie un enorme lavoro di stivaggio a terra, dividendoli per peso e porto. Altro asset vincente: permette all’armatore (all’imbarco) di caricare la nave molto velocemente. Gli spazi sono fondamentali e presto serviranno quelli del Vespucci. Non c’è altra soluzione».