"Gioco di squadra, per restare in serie B"

Il vescovo Giusti: "A Livorno basta con le polemiche serve stare uniti"

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Livorno, 5 maggio 2016 - Strappa sempre gli applausi il vescovo monsignor Simone Giusti quando prende la parola. Il suo intervento, alla tavola rotonda dove si parlava di lavoro con il consigliere regionale Gianni Anselmi e con Emiliano Manfredonia candidato alla presidenza nazionale delle Acli, il pastore delle anime livornesi ha fatto gli onori di casa con slogan efficaci. «A Livorno dobbiamo fare gol, tutti insieme per restare in serie b». La metafora calcistica per introdurre il gioco di squadra necessario a dare futuro ad una città che, invece, «ha la palma d’oro delle polemiche». «Qui manca la cultura del lavoro – ribadisce il vescovo – ma quando dico queste parole non significa che i livornesi non hanno voglia di lavorare». E snocciola esempi: per la costruzione della Darsena Europa non ci saranno ditte livornesi «le nostre aziende non hanno i requisiti per partecipare a quei bandi». E tira in ballo l’associazione di via Roma: «Ci devo pensare io, vescovo, a creare delle Ati oppure Confindustria?». Invoca la «coesione» e ricorda l’esempio virtuoso di Piombino dove l’unione di un territorio è stata attrattiva per gli imprenditori. «L’amministrazione – dice poi rivolto ai pentastellati livornesi – non deve perdere i contributi» e riprende in mano il caso nuovo ospedale: «Abbiamo perso 300mila euro, posti di lavoro – continua il vescovo – io mi preoccupo per i miei figli, per la mia comunità. Se il progetto non era ritenuto adatto, si poteva pensare ad altro ma non rinunciare a soldi certi». Non poteva mancare, poi, il riferimento alla questione sociale, emergenza casa: «Aspettiamo ancora le autorizzazioni per costruire la Nuova Cittadella della Carità. Il porto di fraternità non regge più i numeri, facciamo 300 pasti rispetto ai 40 previsti. Eppure qualcuno ci ha accusato di voler costruire a Coteto un agriturismo». Sala del vescovado gremita quando monsignor Giusti pronuncia queste parole; tra gli altri anche l’ex presidente della Provincia Giorgio Kutufà, il presidente della Confcommercio Andrea Palumbo, l’ex assessore Valter Nebbiai, il consigliere grillino Alessio Batini, il presidente Acli Livorno Antonio Melani. «Anche le parrocchie devono darsi da fare per vincere la sfida del sociale – continua – perché non basta solo distribuire i pacchi. Serve altro». Le politiche del lavoro sono centrali nella pastorale del nostro vescovo e ieri non ha perso l’occasione per introdurre il dibattito sul futuro dei bacini. L’argomento è stato analizzato con precisione da Chiara Domenici ufficio stampa della Curia che, nel valzer finale degli interventi ha dato la parola a Massimo Netti, Jobson Group. Dente avvelenato con l’autorità portuale di Giuliano Gallanti che ha tenuto la barra dritta sul destino dei bacini, sullo sviluppo del porto turistico e sul consolidamento del cantiere Benetti. «Noi portiamo le grandi navi a Piombino – ha detto Netti – perchè a Livorno quando si parla di lavoro qualcuno ha da ridire. Il commissario Guerrieri è un uomo del fare, è bravo». Intanto il progetto per la sistemazione del bacino galleggiante è stato consegnato in Procura nella speranza di un imminente dissequestro.