Grandi Molini chiede il concordato preventivo

A rischio cinquanta posti di lavoro, allarme dei sindacati

protesta

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Livorno, 5 novembre 2015 - «La grandi Molini ha chiesto al Tribunale di Rovigo (dove ha ancora la sede legale, pur avendo previsto la chiusura degli uffici amministrativi che saranno trasferiti a Mestre, ndr) il concordato preventivo in continuità che è finalizzato alla salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro per tutto il gruppo. E alla ricerca di possibili acquirenti. Abbiamo firmato in Provincia l’accordo per chiedere la cassa integrazione straordinaria per crisi che deve essere erogata da Inps». Lo annuncia Federico Mambrini (nella foto) della Uil, reduce del tavolo di trattativa in Provincia con Michele Rossi della Cgil. «Abbiamo già contattato la Regione – prosegue Mambrini – per avere il prestito da Fidi Toscana con cui anticipare ai lavoratori le prime mensilità (tra 8 e 12) in attesa che sia emesso il decreto del ministero per le politiche sociali a cui spetta dare il via libera ad Inps per pagare la cassa integrazione straordinaria».

L’urgenza di provvedere è dettata dal fatto che l’attuale cassa integrazione ordinaria, attivata a settembre, scadrà il 6 dicembre. Per evitare che i lavoratori restino per mesi senza reddito «cerchiamo di accelerare l’iter della cassa integrazione straordinaria coprendo i mesi senza ammortizzatori sociali con una anticipazione di Fidi Toscana» dice il sindacalista. I sindacati intanto si stanno adoperando anche per «avere un tavolo di crisi in Prefettura e in Regione sempre con l’obiettivo di fare pressing sul ministero per velocizzare l’iter della cassa integrazione». L’azienda da mesi è difficoltà per gli effetti della riduzione degli ordinativi. Complici la crisi e la concorrenza da paesi terzi dove il grano si produce a prezzi inferiori. Grandi Molini Italiani è il primo gruppo molitorio italiano e tra i principali in Europa nella produzione di farine di grano tenero e semole di grano duro per uso domestico, professionale e industriale. Lo stabilimento di Livorno è l’ultimo nato (qui negli anni sono stati investiti 96 milioni di euro) ed è specializzato nella produzione di farine di grano tenero e semole di grano duro. Ha iniziato ad operare nel secondo dopoguerra come deposito e silos portuale. Nel 1996 è stato acquistato dalla Molini di Livorno che era controllata al 50% da GMI e al 50% dalla Compagnia Lavoratori Portuali di Livorno. Nel 2004 è diventato al 100% di GMI la quale ha stabilimenti e terminal portuali e ferroviari anche a Coriano Veronese, Porto Marghera (Ve), Cordovado (Pn), Trieste, Vienna e filiali commerciali in tutta Italia.