Dall'oro mondiale di karate alla scrittura. Il libro di Barbara Berretti, lezione per i bambini

La bellissima storia della campionessa rosignanese che ora si spende per avvicinare le nuove generazioni ai valori sani dello sport

Barbara Berretti, nel 2007 vincitrice dell'oro europeo e nel 2009 dell'oro ai mondiali di Atene

Barbara Berretti, nel 2007 vincitrice dell'oro europeo e nel 2009 dell'oro ai mondiali di Atene

Rosignano (Livorno), 1 luglio 2015 - Avvicinare le nuove generazioni ai valori sani dello sport raccontando una storia di vita in cui l’arte del karate è descritta nei suoi aspetti meno scontati. Un cammino fatto di tanti sacrifici e grandi vittorie ma sempre nel rispetto delle regole e degli avversari. Nonostante il dolore indelebile dovuto ad un lutto incolmabile. Questo il nobile obiettivo che si pone il nuovo libro autobiografico, dal titolo “La piccola Baby e il suo kata d’oro”, scritto dalla rosignanese Barbara Berretti, 34enne campionessa di karate nel 2007 vincitrice dell’oro europeo e nel 2009 dell’oro mondiale, in ambedue i casi nella specialità kata femminile a squadre. L’abbiamo incontrata per farci raccontare come è nato questo progetto editoriale volto a diffondere tra i giovani la cultura dello sport partendo da un linguaggio semplice ma allo stesso tempo chiaro e altamente formativo.

Barbara come è nato il suo amore per il karate?

“Sono sempre stata una grande sportiva. Ho iniziato con la ginnastica artistica per poi passare al volley e al basket, ma all’età di 21 anni mi sono innamorata, quasi per caso, del karate. Una disciplina affascinante che ho conosciuto un po’ tardi ma che comunque mi ha dato gratificazioni enormi e del tutto inaspettate”.

Il suo palmarès parla chiaro: un oro continentale agli europei in Sardegna nel 2007 e, due anni dopo, l’oro mondiale ad Atene.

“Sì. Nel 2000 ho iniziato a praticare questa disciplina in una piccola palestra di Castiglioncello poi, vedendo che me la cavavo, ho deciso di seguire il mio maestro Gianpietro Grosselle, cintura nera 7° dan, che mi ha portato alla palestra “Vento d’oriente” a Livorno. Lì è iniziata la mia carriera con l’ingresso, nel 2007, nella squadra femminile nazionale di kata. Un’esperienza unica ed irripetibile visto che grazie al duro lavoro siamo arrivate sul tetto del mondo. Un sogno ad occhi aperti”.

Poi, però, la decisione di ritirarsi dalla scena internazionale.

“Dopo la vittoria nel mondiale ho fatto una scelta di vita. Adesso vivo felicemente insieme a mio marito Francesco, gustandomi a pieno ogni singolo momento. Ma un giorno, quando avrò un pargoletto, me lo immagino gironzolare per casa tirando calci in aria (ride) e da qui è nata l’idea del libro”.

Un progetto editoriale rivolto ai giovanissimi.

"Esatto. Purtroppo all’età di 22 anni ho perso mia madre a causa di una grave malattia, ma proprio grazie al karate sono riuscita a colmare almeno in parte il mio grande dolore. Questo è il messaggio che voglio trasferire alle nuove generazioni. Lo sport è una scuola di vita importante per i valori che riesce a trasmettere ma anche una valvola di sfogo altrettanto preziosa, perché tutte le energie vengono canalizzate verso un lavoro positivo. Per questo ho in cantiere diversi progetti per distribuire il mio libro nelle scuole”.