Finalmente è nato Berto, il pulcino di una coppia di berte maggiori (Calonectris diomedea) che nidifica a Pianosa, isola dell'Arcipelago Toscano. Grazie a un progetto sostenuto dalla Regione Toscana, per controllare Berto e il suo svezzamento, il Parco Nazionale ha posizionato due telecamere che registreranno minuto per minuto il piccolo volatile fino al suo involo. Il video è disponibile in diretta sulla home page del sito istituzionale dell'Ente www.islepark.it (realizzazione del progetto: Elbatech srl, con la collaborazione di Salvatore Magrì).

 

La berta maggiore è un uccello marino che vive in Mediterraneo; attualmente si stima che nel nostro mare siano presenti circa 80.000 coppie, anche se la cifra è in fase di revisione. Nidifica in gruppi numerosi, su coste rocciose, in cavità, grotte o sotto la fitta vegetazione. E' una specie longeva, può vivere oltre 30 anni; i partner di una coppia sono molto fedeli e possono rimanere in una stessa area di nidificazione a lungo, scegliendo di anno in anno lo stesso nido.

 

Una coppia dedica buona parte della sua vita ad accudire il proprio pulcino, uno solo per stagione riproduttiva. A fine febbraio, inizio marzo gli animali, dopo aver passato l'inverno in mare, tornano verso la costa per raggiungere il luogo dove deporre il loro uovo. Durante la notte si avvicinano al sito di nidificazione e lo fanno emettendo suoni che assomigliano al pianto di un neonato. A fine maggio la femmina depone il prezioso uovo; i pulcini nascono in luglio e dopo circa tre mesi prendono anch'essi il volo per il mare. Durante questi tre mesi i genitori percorrono decine di chilometri per raggiungere le aree di alimentazione e poi tornare a nutrire il loro pulcino. La berta maggiore è un animale tutelato a livello internazionale ed il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, con la collaborazione di ISPRA e del Centro Ornitologico Toscano, da molti anni segue la colonia che nidifica a Pianosa e presso l'Isolotto della Scola.

 

Una delle principali minacce, quando l'animale è sulla terraferma, è la presenza di predatori terrestri introdotti: ratti, gatti e cani inselvatichiti si nutrono di uova e pulcini, provocando spesso il fallimento della riproduzione di un'intera colonia. E' per questo che l'eliminazione dei predatori alieni dai luoghi di nidificazione rappresenta una delle principali azioni di tutela per la specie. In Arcipelago Toscano sono stati eliminati i ratti da Giannutri, dall'Isolotto della Scola ed è quasi concluso un progetto per eradicarli da Montecristo, dove nidifica in gran numero una specie affine, la berta minore.