«Ulisse», un futuro oltre le sbarre. La sfida di 12 cani: salvare i detenuti

L’associazione DoReMiao con il Rotary Club e la Fondazione Livorno

I ragazzi dell'associazione DoReMiao

I ragazzi dell'associazione DoReMiao

Livorno, 21 marzo 2017 - Oltre il reato ci sono persone che ritrovano lo stimolo per sorridere e pensare un futuro oltre le sbarre del carcere. E questo grazie alla mediazione di un team composto da 12 cani, addestrati e formati dai volontari dell’associazione livornese DoReMiao. Sono una decina i detenuti coinvolti nel progetto «Ulisse», che ha preso avvio nel carcere delle Sughere. Un macrocosmo fatto di rapporti interpersonali complessi, dove ogni lunedì si compie un piccolo miracolo. «Nelle due ore che passiamo all’aperto con i carcerati, cogliamo sfumature di serenità che vanno oltre il motivo per il quale la persona è reclusa - spiega Barbara Bellettini, presidente di DoReMiao - Il detenuto acquisisce competenze nella gestione ordinaria dell’animale che potrà spendere una volta fuori dal carcere lavorando in canili e rifugi o come dog sitter. Al termine viene rilasciato un certificato». Patrizia Critti, funzionario dell’area giuridico pedagogica del carcere, ha sottolineato come «l’attività del progetto Ulisse vada a incidere sull’aspetto umano e relazionale dei detenuti coinvolti, i quali traggono benefici anche dal lato dell’affettività».

Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di Rotary club Livorno e Fondazione Livorno, insieme a FrontLine. «I carcerati e le loro famiglie sono in una situazione di debolezza - ha detto il presidente Rotary, Augusto Parodi, il cui amato cane ha dato il nome al progetto di pet therapy - Ecco perché Ulisse è stato finanziato per più anni e potrà essere sviluppato in continuità nel tempo». Oltre al ciclo di incontri settimanali c’è un’altra area di intervento: l’accompagnamento e la mediazione negli incontri con i minori in visita. «Saremo a disposizione con i nostri cani - ha aggiunto la Bellettini - nell’attesa dell’incontro con il genitore in carcere e poi accompagnando i bambini all’uscita». «Tutti i progetti che sosteniamo - ha detto Marcello Murziani, vicepresidente di Fondazione Livorno – tendono a colmare situazioni di mancanza. Il progetto Ulisse vuole essere d’aiuto ai detenuti per il reinserimento nella società».

L’attività si concentra nella sezione media sicurezza, di cui è responsabile l’ispettore Vanni: «Mai visto in 20 anni niente di più efficace, che colpisce il detenuto nel profondo. Un’iniziativa che piace anche al personale e che ha assunto caratteristiche di ritualità. Cercheremo di aumentare i detenuti coinvolti, con attenzione a più giovani». «Ciascun detenuto è un Ulisse che lotta per tornare a casa», ha concluso dando un’interprtazione affascinante il dottor Marco Melosi, presidente dell’ordine dei veterinari.