"Ho cacciato il truffatore a spintoni"

Finto assicuratore tenta il raggiro ma la donna non ci casca

Maila Puccini con la figlia Federica

Maila Puccini con la figlia Federica

Livorno, 26 ottobre 2016 - Due uomini dall’accento meridionale, ieri intorno a mezzogiorno hanno tentato di truffare una donna chiedendole 3000 euro e spacciandosi come agenti dell’assicurazione Unipol. Maila Puccini, protagonista di questa vicenda, residente in via Gobetti a Corea, dopo lo stupore iniziale ha capito che i due tentavano di raggirarla ed ha reagito mettendo in fuga uno dei truffatori che addirittura si era recato a casa sua. Dopodiché ha chiamato il 113 e in via Gobetti sono arrivati gli agenti delle volanti. Siamo andati a trovare la signora Puccini che, ancora scioccata per quanto le era accaduto, ci ha raccontato come sono andate le cose. Con lei c’era anche la figlia Federica Terreni suo malgrado coinvolta in questa brutta storia, per fortuna a lieto fine.

«Faccio la commerciante ambulante e oggi (martedì, ndr) ero a casa per riposarmi. Mi sono così dedicata alle pulizia domestiche quando poco prima di mezzogiorno ho ricevuto una telefonata. Ho risposto e dall’altro capo del telefono un tizio spacciandosi per l’avvocato di mia figlia Federica, con accento meridionale, mi ha detto che lei aveva avuto un incidente stradale e in aiuto c’era anche il suo bambino. Mi sono spaventata tantissimo. Lo sconosciuto mi ha poi detto che mia figlia e lui erano al comando dei carabinieri di via Fabbricotti e che voleva da me 3000 euro per pagare le multe di mia figlia e l’assicurazione dell’auto scaduta. Ho risposto che in quel momento non disponevo di contanti. Lo sconosciuto non si è arreso e mi ha passato un complice che si è presentato come un carabiniere e mi ha detto come fare per pagare. Mi ha dato dei numeri di riferimento per effettuare il pagamento in tabaccheria e un indirizzo, via Bogi, dove far arrivare i soldi». L’uomo della telefonata dopo poco era già arrivato all’abitazione di Maila Puccini. «Ha suonato e gli ho aperto. L’ho riconosciuto dalla voce. É entrato in casa. Era molto insistente e voleva addirittura che lo accompagnassi in camere per prendere i soldi, che ovviamente non avevo. Questa sua insistenza mi ha insospettito ed ho reagito. Gli ho dato uno spintone e l’ho buttato fuori dalla mia abitazione. Intanto era arrivata mia figlia Federica che aveva chiamato il 113. Gli agenti sono venuti subito dopo. Gli ho raccontato tutto». La signora Maila, ancora visibilmente scossa per quanto le era accaduto, ci ha descritto il truffatore. «Un uomo intorno ai trenta anni, basso, occhi e capelli corti scuri, aveva i baffetti, una camicia bianca a quadretti nemmeno pulita e i jeans». Sempre ieri, ma nel primo pomeriggio, dopo l’episodio di via Gobetti, si è registrato un altro caso in via Settembrini 8 nel quartiere La Rosa. Questa volta i malviventi hanno messo a segno la truffa ai danni di un’altra anziana. A casa sua dopo una telefonata si è presentato un falso maresciallo dei carabinieri che è riuscito a farsi consegnare i soldi per cui la dinamica della truffa coincide con quella fallita in via Gobetti.