Salva un anziano in arresto cardiaco. "Ma non chiamatemi eroe"

Il provvidenziale intervento di Linda Iermanò ha evitato la tragedia

Linda Iermanò

Linda Iermanò

Livorno, 3 dicembre 2016 - Tragedia sfiorata in piazza Cavallotti, protagonisti una soccorritrice dell'Svs e un 76enne che era in arresto cardiaco. Quando ha visto quell’anziano a terra a pochi passi da lei, agonizzante, non ha avuto la minima esistazione su ciò che andava fatto: ha iniziato a praticargli il massaggio cardiaco e ha fatto ripartire il cuore dell’uomo, che si era fermato in seguito a un malore. Ma Linda Iermanò non si sente un eroe: «Ho fatto solo il mio dovere e ho messo in pratica quello che mi avevano insegnato» ammette candidamente.

Linda, 25 anni, intorno alle 10.15 di ieri mattina stava passeggiando con la suocera nei pressi di piazza Cavallotti: «A dire il vero – racconta – stavo mangiando un 5 e 5...»; tra un boccone e l’altro si è accorta di quell’anziano che aveva bisogno di lei: «Probabilmente aveva avuto un arresto cardiaco in seguito a un attacco epilettico; stava male, non gli sentivo il battito». La fortuna di quell’uomo è stata incontrare Linda, soccorritrice dell’Svs dal 2009, al momento giusto e nel posto giusto, proprio quando aveva bisogno di lei: «Mi sono buttata su di lui e gli ho fatto il massaggio cardiaco. Non ho potuto accompagnare il massaggio con le insufflazioni (quella che volgarmente è definita ‘respirazione bocca a bocca’) perché il signore aveva la bocca piena di sangue e la mandibola serrata. Mentre io prestavo il primo soccorso, un vigile ha chiamato l’ambulanza. Quando i miei colleghi dell’Svs sono arrivati, il cuore aveva già ricominciato a funzionare, sentivo il battito e il respiro. Lo hanno portato in ospedale e so che durante il tragitto aveva anche ripreso conoscenza».

Se l’anziano è ancora vivo, probabilmente lo deve a questa giovane ragazza e alla sua prontezza di riflessi: «Il signore non aveva documenti con sè, solo un’agendina; abbiamo chiamato il primo numero di telefono che c’era segnato e siamo riusciti a contattare un parente, mi pare fosse il fratello; l’abbiamo informato di ciò che era appena accaduto».