"Rea dovrebbe perlomeno diffondere dati numerici corretti in merito ai conferimenti"

L'intervento di Marcello Bongi, presidente del Comitato difesa ambientale delle colline pisano-livornesi: "Alessandro Giari e gli amministratori del Comune di Rosignano non sanno neanche cosa sia la trasparenza"

La discarica di Scapigliato

La discarica di Scapigliato

Orciano (Pisa), 29 maggio 2017 - “In una vicenda fondamentale per il futuro del nostro territorio come quella relativa al progetto “La Fabbrica del Futuro” che Rea Impianti ha presentato in Regione bisognerebbe usare e diffondere cifre e dati numerici corretti. Invece nelle ultime settimane i parametri di riferimento per quanto concerne i conferimenti in discarica sono stati più volte riferiti in modo mutevole, sia negli incontri pubblici con la cittadinanza sia a mezzo stampa. Purtroppo l’amministratore unico di Rea Impianti, Alessandro Giari, e gli amministratori del Comune di Rosignano non sanno neanche cosa sia la trasparenza”. Ad intervenire è Marcello Bongi, presidente del Comitato difesa ambientale delle colline pisano-livornesi, che poi prosegue sottolineando che “il sindaco e il vicesindaco di Rosignano hanno dichiarato sui giornali che è stata imboccata la strada per trasformare progressivamente Scapigliato e che un decremento dei rifiuti conferiti ha preso il via già a partire dal 2015, arrivando al tetto delle 460mila tonnellate. Un dato che in realtà non coincide con quanto affermato da Giari il 21 marzo scorso durante la Commissione garanzia del Comune di Rosignano, durante la quale lo stesso ha riferito che nel 2015 sono stati immesse in discarica 483.811 tonnellate, quindi oltre 23mila in più, che hanno portato ad un incasso di circa 27,4 milioni di euro. Dunque anche nel 2015 il “famoso” tetto è stato ampiamente sforato”.

“I promotori del progetto – prosegue Bongi – chiedono una concessione alla Regione per oltre 5 milioni di metri cubi, con la discarica che sarà ampliata e innalzata. Tutta questa volontà di ridurre i conferimenti non ci pare quindi granché veritiera. Infatti la prima parte del progetto, che riguarda esclusivamente l’ampliamento di Scapigliato, è corredata da un piano finanziario, mentre per la parte che concerne il biodigestore anaerobico e l’impianto di compostaggio ad oggi non c’è nessuna certezza, opere queste ultime che da progetto dovrebbe costare circa 37 milioni di euro. A tale proposito abbiamo chiesto a Giari dove reperirà le risorse necessarie ma la sua risposta è stata che si rivolgeranno “al mercato, anche di privati”, senza specificare altro. La nostra paura è quindi che si realizzi soltanto la prima parte del progetto e non la seconda, nel caso in cui non si reperissero i finanziamenti necessari”. “Inoltre – il conclude presidente del Comitato difesa ambientale – credo che il progetto nel suo complesso sia assolutamente spropositato per le necessità di Ato Costa, visto che ci sono già cinque mega-discariche autorizzate sul suo territorio di competenza. Scapigliato in questo modo potrebbe diventare il sito più grande d’Europa”.