Progetto "Fabbrica del Futuro", Medicina Demo presenta in Regione le proprie osservazioni

L'attacco di Maurizio Marchi: "Chiediamo il respingimento in blocco e l’avvio della chiusura in sicurezza della discarica"

Maurizio Marchi, referente di Medicina Democratica

Maurizio Marchi, referente di Medicina Democratica

Rosignano (Livorno), 23 maggio 2017 - Tra le oltre 500 osservazioni già pervenute alla Regione Toscana contro il progetto di ampliamento della discarica di Scapigliato, denominato “La Fabbrica del Futuro”, sono presenti anche quelle elaborate da Medicina Democratica. “Per quanto concerne l’inquinamento dell’acqua – spiega Maurizio Marchi, referente della onlus – la discarica non avrebbe mai dovuto essere autorizzata per ragioni geologiche e di pericolo per il reticolo idrico circostante ed i pozzi comunali a valle di essa. Un’area già profondamente stressata nella risorsa idrica dalla presenza del parco industriale Solvay. C’è poi il tema dell’inquinamento atmosferico, infatti i precedenti gestori della discarica, Alessandro Nenci, Pier Angelo Montanucci e Valerio Lami vennero condannati penalmente per aver causato “danno esistenziale” ai cittadini. Il processo si è chiuso nel 2010, confermando nel terzo grado di giudizio la condanna dei tre. Ma se nel frattempo i dirigenti sono cambiati, la situazione di grave disagio e danno per i cittadini è proseguita, aggravata da ripetuti incendi. Danni non solo “esistenziali” ma anche sanitari: il biogas di discarica infatti è solitamente composto da idrogeno solforato, mercaptani, altri gas e polveri sottili, ognuna delle quali sostanze provoca patologie. L’idrogeno solforato ad esempio, il più comune, può provocare il cancro anche a basse dosi, come testimoniano studi internazionali”.

“Inoltre – conclude Maurizio Marchi – sussiste una incoerenza tra il progetto presentato da Rea e il Piano rifiuti e bonifiche della Regione Toscana. Il progetto per essere autorizzato a ricevere circa 480mila tonnellate all’anno è fondato solo sulla volontà politica regionale di non diminuire i rifiuti speciali. Al contrario questi debbono essere i primi ad essere ridotti drasticamente ad opera delle aziende che li producono, cambiando i cicli produttivi ed ambientalizzandoli. Chiediamo il respingimento in blocco del progetto e l’avvio della chiusura in sicurezza della discarica, da concludersi entro il termine dell’AIA 159/ 2012. Da subito si chiede anche la soppressione dei codici Cer più pericolosi, come i fanghi al cromo, i fanghi di escavo portuale e di bonifiche di siti inquinati e simili”.