Pokémon Go mania, c'è chi li vieta in chiesa: "Spegnete i cellulari"

A Piombino un cartello all'ingresso avverte "chiesa depokemonizzata"

La chiesa dell'Immacolata e San Cerbone

La chiesa dell'Immacolata e San Cerbone

Piombino, 19 agosto 2016 - I Pokémon si aggirano intorno alla chiesa dell’Immacolata, ma non al suo interno. E il parroco mette fuori dalla porta d’ingresso un cartello, che non è certo sfuggito ai parrocchiani: "Chiesa depokemonizzata: puoi tranquillamente spegnere il cellulare". Un avviso che in maniera ironica inviata a spegnere il cellulare, almeno in chiesa, ma è pur vero che l’area intorno alla chiesa dell’Immacolata è stata presa d’assalto da ragazzi che muniti di smarthphone cercavano i Pokémon, il gioco virtuale del momento. Ed infatti lì sono presenti tre pokéstop, punti dove si può far scorta di pokéball, necessari per sconfiggere i mostri: la statua di San Francesco, il giardino vicino alla chiesa e la scalinata dal convento.

«IL PERICOLO dell’applicazione Pokémon Go è dato dall’abbandono dei confini della realtà per vivere una realtà parallela. L’effetto è ancor più sfacciato di quello di una sbornia, potremmo paragonarlo a un’allucinazione, in cui la persona interagisce con un contesto reale basandosi su una realtà non condivisa». Lo dice Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta direttrice dell’Istituto di Gestalt Hcc Italy, che condivide l’allarme lanciato dal vescovo di Noto (Siracusa) monsignor Antonio Staglianò, che lo considera «un gioco diabolico e allarmante».