Festa a sorpresa per Enrico Frontini, “Il Pediatra” di Collesalvetti

Il medico commosso dall’affetto di diverse generazioni: “Adesso terminereremo l’ospedale in Uganda”

La festa a sorpresa in Comune per il dottor Enrico Frontini

La festa a sorpresa in Comune per il dottor Enrico Frontini

Collesalvetti, 11 ottobre 2016 - “Dottor Frontini, si presenti subito alla caserma dei Carabinieri”. Uno scherzo ben organizzato e orchestrato dal sindaco Lorenzo Bacci per accoglierlo in maniera trionfale. E quando il dottor Enrico Frontini, pediatra del Colle e del mondo, è arrivato davanti al Comune, ha trovato davanti a sé una folla festante di mamme e bambini per ringraziarlo ancora una volta per l’amore e le cure rivolte a generazioni di colligiani. Una festa di pensionamento in piena regola, che nella sala del consiglio comunale è poi proseguita con altri due momenti toccanti: la consegna di una targa da parte del Comune e di un assegno frutto della raccolta fatta dai cittadini per contribuire a finanziare l’ospedale in costruzione in Uganda. “Collesalvetti ti dice Grazie! – ha sottolineato Bacci durante la cerimonia – Per il servizio che hai generosamente prestato alla parte migliore della nostra comunità, i bambini. E per averlo voluto fare anche in Paesi molto più sfortunati del nostro, vivendo la tua professione come una vera e propria missione. Grazie Dottor Frontini! Grazie Enrico! A nome di tutte le generazioni di colligiani che hanno potuto apprezzare le tue capacità, umane prima ancora che professionali. Va in pensione ‘Il pediatra’ di Collesalvetti: ma so già che noi potremo continuare a contare su di te, come sempre è stato, ben oltre i confini stabiliti da rigidi mansionari professionali. ‘Con infinita gratitudine e stima’, come sta scritto nella targa che ti abbiamo voluto consegnare come amministrazione comunale, ‘per il prezioso impegno umanitario e la dedizione con cui hai svolto la professione’... Ancora una volta, grazie!”.

È stata una mattinata inaspettata e commovente – ci ha detto il dottor Frontini –, iniziata con quello scherzo del sindaco... Non so se tutto ciò sia meritato, ma mi ha fatto molto piacere e le lacrime sono state tante. Ripensando al giuramento di Ippocrate e vedendo tutti questi attestati di stima, mi vine da pensare di aver aderito al meglio possibile a questo giuramento”. E adesso che farà? “Sto già allestendo un ambulatorio a casa mia per chi vuole continuare a ricevere i miei consigli. E con mio cognato, che ha una onlus in America, stiamo realizzando in Nord Uganda un ospedale: servono in tutto 3 milioni, ma contiamo in un paio d’anni di renderlo operativo”. Tante le soddisfazioni in carriera. “Come medico, in Africa mi è capitato un bambino in coma per una sassata: non avevo mai fatto un’operazione del genere ma ero l’unico medico nei paraggi, gli ho trapanato il cranio sistemando la frattura e lui si è risvegliato. Dopo 4 giorni è tornato a casa. Come uomo, invece, in Rwanda durante il genocidio mi hanno fatto una festa quando sono andato via e mi lasciarono una cartolina con su scritto: ‘grazie perché oltre all’aiuto ci hai portato una speranza’. Una grossa soddisfazione perché la cooperazione internazionale è solo una goccia del mare d’aiuto di cui queste popolazioni avrebbero bisogno e poi si fa dopo aver creato noi i danni e le premesse per questi conflitti...”.

Igor Vanni