"Operiamo in un settore regolato, non possiamo decidere autonomamente tariffe e ricavi"

Il presidente del consiglio di gestione di Asa, Andrea Guerrini, risponde a Medicina Democratica che nei giorni scorsi ha accusato il gestore idrico di far gravare sui cittadini i costi degli investimenti fatti nel 2011

Andrea Guerrini, presidente del consiglio di gestione di Asa Spa

Andrea Guerrini, presidente del consiglio di gestione di Asa Spa

Cecina-Rosignano (Livorno), 19 aprile 2017 - “Premesso che l’articolo del signor Marchi è molto somigliante a quello pubblicato qualche settimana fa dal Forum Toscano dei movimenti per l’acqua sul proprio sito, per massima trasparenza, inoltro la risposta che ho già inviato al Forum sul tema. In prima battuta voglio ricordare che Asa opera in un settore regolato e dunque non può decidere liberamente i prezzi ed i ricavi da conseguire, che invece sono definiti da articolati modelli tariffari predisposti da Aeegsi, ed applicati da Ait all’interno dell’ambito territoriale toscano”. Ad intervenire è Andrea Guerrini, presidente del consiglio di gestione di Asa Spa, in risposta alle affermazioni pubblicate sul giornale di Maurizio Marchi, esponente di Medicina Democratica che nei giorni scorsi ha accusato il gestore idrico di far gravare sui cittadini i costi degli investimenti fatti nel 2011. “Dai toni mistificatori utilizzati – prosegue Andrea Guerrini – parrebbe che fosse Asa ad aver scelto di applicare il sistema dei conguagli e non Aeegsi con il metodo tariffario idrico ed il Ministero dell’Ambiente con il previgente metodo normalizzato. Non può certamente un consiglio di gestione, come quello da me presieduto, evitare di applicare i conguagli in tariffa riconosciuti ad Asa dagli enti di regolazione citati senza correre il rischio di subire pesanti azioni di responsabilità da parte dei soci e dei creditori sociali. Alla luce di questo viene dunque da sorridere di fronte all’ingenuità di alcune affermazioni. Le ragioni di un metodo tariffario basato sui ricavi garantiti risiedono nella natura prevalentemente fissa dei costi dei gestori idrici”.

“In sostanza – conclude Guerrini – i costi dei tubi, degli impianti e del personale non variano al diminuire dei volumi di acqua erogati. Per tale motivo i sistemi regolatori dei paesi europei riconoscono i conguagli ai gestori in caso di diminuzioni dei volumi di acqua venduta. Con tale metodo il “rischio di una minore domanda di acqua” è subìto dal cittadino e non dal gestore: quindi se l’intera collettività consuma meno acqua la stessa collettività paga un costo maggiore della bolletta, a copertura dei costi comunque sostenuti dal gestore, che, lo ripeto, sono in prevalenza fissi. Su questa criticità il metodo tariffario ovvia, creando i cosiddetti scaglioni, ovvero un sistema di prezzi che cresce progressivamente per fasce di consumo, incentivando il singolo utente al risparmio idrico”.