«Zeb, quei muri silenziosi ci parlano. Oggi ha 50 anni. E per me è vivo»

Eva Fedi racconta il fratello: «Se tornasse? Gli darei un gollettone»

Una delle scritte sul viale Italia

Una delle scritte sul viale Italia

Livorno, 14 settembre 2016 - «Sono passati otto anni da quel 19 maggio 2008 in cui mio fratello sparì. Quest’anno, lo scorso 26 febbraio, avrebbe compiuti 50 anni ma di lui non abbiamo mai più avuto notizia. Cosa farei se dovesse un giorno ricomparire? Beh, gli darei per prima cosa un “gollettone” e gli direi “ci hai fatto preoccupare”». Eva Fedi è la sorella di David, alias «Zeb» l’irriverente e carismatico graffitaro tanto amato dai livornesi. I «suoi» muri silenziosi ci parlano ancora di lui a distanza di tempo e volgere lo sguardo per incrociare la sua firma è un gesto di affetto. «Mio fratello si era convinto che lo volessero uccidere – spiega – Forse aveva molta fantasia, una fervida immaginazione e qualche film se lo è fatto ma so per certo che non era un tipo da suicidio».

David Fedi, famoso graffitaro livornese   La sua scomparsa, indagata nel corso degli anni anche da trasmissioni cult come «Chi l’ha visto?», resta un grande mistero per certi versi affascinante. Eva Fedi, infatti, è convinta che il fratello sia riuscito per qualche motivo a far perdere le sue tracce «e magari essere tra gli aborigeni a cibarsi di verdure. Poco prima di sparire mio fratello aveva anche iniziato a scrivere un libro – prosegue Eva Fedi – Si era fermato alla prefazione, ma purtroppo non vi sono stati trovati indizi utili o tracce per capire cosa possa essergli accaduto. Sì, faceva dei riferimenti al timore che qualcuno potesse ucciderlo, era fissato, ma anche gli inquirenti hanno esaminato quegli scritti e non ci hanno trovato nulla».

La sorella di Zeb ripercorre poi i giorni precedenti e successivi alla scomparsa: «L’ultima volta che l’ho visto era aprile, non ci vedevamo troppo spesso. Poi ha visitato mia mamma il 18 maggio annunciandole che forse quello sarebbe stato il loro ultimo incontro. “Devo andare via, devo scappare”, le disse. Poi un mese dopo, verso metà giugno, ci siamo allarmati perché David non rispondeva al telefono e non dava segni di vita. Ci siamo fatti aprire la casa a Montescudaio dove viveva in affitto, ma tutto era in ordine: c’erano i documenti e il telefono. Così è partita la denuncia della sua scomparsa, di lì a poco è stata ritrovata la macchina al ponte di Calignaia». L’idea della sorella Eva è che Zeb non sia morto. E allora si aprono tanti interrogativi «possibili» sul come possa aver vissuto questi anni lontano dalla sua città, la famiglia e gli amici. Che ancora lo cercano».