«Noi, schermidori medievali ai mondiali di Barcellona»

Al via oggi, 28 aprile. Il livornese Antonio De Zio è il capitano della Nazionale

La squadra al Battle of the Nations

La squadra al Battle of the Nations

Livorno, 28 aprile 2017 - Questa è la città di Aldo Montano e di Nedo Nadi, di Andrea Baldini e Athos Tanzini. Accanto alla moderna scherma olimpica, però, c’è un manipolo di atleti che ne pratica una versione arcaica: quella medievale. E il capitano della nazionale italiana non poteva che essere un livornese, Antonio De Zio (il cui nome di battaglia è Aimone Di Nimes), classe 1972. Antonio fa orgogliosamente parte di una compagnia di rievocazione storica che in città si muove dal 2003 e che si chiama «La vergine di ferro». L’associazione si propone di rappresentare una compagnia di ventura tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400.

«Il punto di partenza è lo studio del Medioevo, inteso non solo come storia, ma anche abbigliamento, modo di vivere e di combattere. Ogni personaggio ha un proprio nome, una propria personalità ed è in grado di rispondere a eventuali curiosità di chi lo incontra. Come avveniva in un esercito mercenario non abbiamo una divisa comune – spiega De Zio – Gli abiti vanno dalle semplici cotte in pelle alle armature in piastre complete. Le armi maggiormente utilizzate sono le spade lunghe. Lo studio dei trattati sulla scherma medievale e una decennale esperienza di combattimento, fanno si che i membri della compagnia siano in grado di effettuare combattimenti liberi, cioè senza colpi prestabiliti, con un alto grado di sicurezza». Ma Antonio De Zio si allena con costanza, alternando gli impegni di lavoro e la famiglia, per un appuntamento internazionale che vede partecipare 35 squadre nazionali. «Si chiama Battle of the Nations – spiega – E si svolgerà dal 28 aprile a Barcellona. In squadra abbiamo anche una donna fortissima, che combatterà nell’uno contro uno. E’ toscana e si chiama Sara Fabbri di Borgo San Lorenzo, che fa parte del gruppo storico Antichi popoli».

«In generale esistono molti gruppi impostati sulla scherma medievale. Per quanto ci riguarda, come Vergine di ferro, i membri che sono anche combattenti si allenano due volte a settimana alla Kta di via Cimarosa. Siamo riconosciuti a livello sportivo ma non siamo identificati dal Coni che parla genericamente di scherma storica. Noi facciamo Historical martial combat». Questa disciplina è praticata in Italia da una settantina di atleti. «Ci sono regolamenti speciali e molto dettagliati che mirano alla sicurezza. Ve ne sono per ciascuna categoria – conclude De Zio – Le armi, ad esempio sono spade vere ma non affilate e sono vietati i colpi di punta. Il costo gira intorno ai 140 euro. Per le rievocazioni storiche sono importanti i costumi, ci sono artigiani specializzati che realizzato dall’abbigliamento alle scarpe storiche». Un mondo antico, dal fascino moderno. Queste persone permettono di mantenere in vita il ricordo vivo e reale del tempo che fu