Moby Prince, 25 anni dopo. "Non ci fermeremo finché non avremo giustizia" / VIDEO

Oggi l'anniversario del disastro: il programma. Parla Rispoli, presidente dell’associazione "140"

La cerimonia per i 25 anni dal disastro del Moby Prince a Livorno (foto Simone Lanari)

La cerimonia per i 25 anni dal disastro del Moby Prince a Livorno (foto Simone Lanari)

Livorno, 10 aprile 2016 – Disastro del Moby Prince, 25 anni dopo prosegue la battaglia per la verità e la giustizia dei familiari delle vittime.

Oggi la giornata delle iniziative: alle 10 la messa del vescovo per la prima volta in Fortezza Nuova, poi l’inagurazione del monumento, il dibattito in Comune e il corteo.

L'INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO ALLE VITTIME

Un 10 aprile che si annuncia con maggiore partecipazione della città e con un abbraccio collettivo più forte ai familiari delle vittime. Lo pensa anche Loris Rispoli, presidente dell’associazione dei familiari "140" che dichiara: "Il banchetto che abbiamo organizzato in via del Giglio da venerdì mattina fino a sabato mattina è stata la cartina di tornasole. Questo anno la partecipazione della città nei confronti della tragedia del Moby Prince è molto maggiore rispetto agli altri anni. Abbiamo dato via dato via un centinaio di magliette «Io sono 141». Le persone sono state partecipi di questa iniziativa simbolica ma che ci aiuta a sostenere le spese di tutte le iniziative. Venerdì addirittura tre persone dopo che avevano chiuso la postazione mi hanno rincorso".

Moby Prince

Rispoli anticipa: "Oggi la partecipazione dovrebbe essere superiore agli altri anni. Oltre al presidente della commissione di inchiesta Silvio Lai dovrebbero essere a Livorno anche altri parlamentari".

Il vencinquesimo anniversario della tragedia del Moby Prince nel quale persero la vita 140 persone, equipaggio e marittimi, un solo superstite, Alessio Bertrand, rappresenta un momento importante per questa tragedia, la più rilevante della marineria italiana in tempo di pace, perché è partita la commissione di inchiesta parlamentare. Confidiamo molto anzi tutto nei lavori della commissione di inchiesta. Dalla politica potremmmo ottenere le risposte che la magistratura non ha fornito. Inoltre questo anno l’inagurazione del monumento rappresenta la testimonianza che la città, i livornesi non hanno dimenticato e ricordo anche che la Regione ha istituito il lutto regionale. La nostra battaglia andrà avanti fino a quando questi morti non avranno giustizia".

A dimostrazione che la città vuole essere accanto ai familiari delle vittime è previsto anche un altro evento nel pomeriggio di oggi: l’inagurazione della quarta ambulanza dal 1991 ad oggi della Pubblica Assistenza in memoria della tagedia. L’inagurazione del mezzo della Svs i cui rappresentanti ed volontari indosseranno la maglietta rossa «Io sono 141» è prevista nel pomeriggio alle 17 prima che il corteo dei familiari parta per l’Andana degli Anelli. "I volontari della pubblica assistenza – ha ricordato Loris Rispoli – sono stati accanto a noi quando è stata letta la sentenza del tribunale di Livorno di primo grado. Nell’aula c’eravamo noi e loro".

Un ricordo che fa male al cuore dei familiari delle vittime come una spina nel cuore. Alle manifestazioni di natura civile e culturale si aggiunge anche la staffetta podistica che è partita sabato mattina e che arriverà oggi in città. "E' cambiata la percezione che le istituzioni, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per arrivare ai sindaci, hanno su questa tragedia. C’è una maggiore vicinanza e sensibilità. Sono aspetti che hanno permesso l’istituzione della commisisone di inchiesta", così Luchino Chessa, figlio di Ugo, commenta la giornata di oggi. Lui e il fratello Angelo sono a Livorno da ieri.