Posti barca ed evasione fiscale, operazione della Finanza all'Isola d'Elba

Accertati ricavi non dichiarati al Fisco per 500mila euro

Barche all'ormeggio (foto Guardia di finanza)

Barche all'ormeggio (foto Guardia di finanza).

Isola d'Elba, 23 novembre 2016 - Con il finire dell’estate hanno avuto termine i piani di controllo della Guardia di Finanza di Livorno contro l'evasione fiscale sul litorale dei vari comuni durante la stagione balneare. In particolare all’Isola d’Elba i finanzieri hanno attuato un progetto di rilevazione dati e monitoraggio di tutte le attività svolte sulla costa, concentrandosi prevalentemente sulla gestione del noleggio di posti barca a mezzo di boe marine ancorate al fondale.

Chi opera in questo settore (sia in aree attrezzate sia presso i porti turistici) deve essere in possesso della concessione demaniale e di una idonea documentazione che delimiti l’area in uso; con la concessione demaniale il titolare acquisisce il diritto allo sfruttamento di un determinato spazio del demanio marittimo. Solitamente, nell’ormeggio alla boa marina, l’attività consiste sia nel noleggio della boa che nel traghettamento del cliente dal molo all’imbarcazione, per un prezzo che varia dai 20 ai 60 euro al giorno, a seconda delle dimensioni del natante e del periodo dell’anno. Il posto barca può essere dato in uso al diportista sia per un breve periodo di tempo – anche, ad esempio, soltanto per una sosta durante la navigazione - che per tutta la stagione, al termine della quale l’imbarcazione viene generalmente “alata” e “rimessa” nei vari cantieri navali dell’isola.

Sul comprensorio elbano risultano attivi circa 20 campi boe, gestiti sia nella forma di ditte individuali sia di circoli nautici che di strutture ricettive quali campeggi e hotel che noleggiano boe ai propri clienti. Il volume d’affari mediamente dichiarato per i soggetti che esercitano esclusivamente l’attività di noleggio boe risulta essere di modesta entità.

A seguito del monitoraggio sono state approfondite le posizioni fiscali di sei esercenti: per tre soggetti sono state constatate per l’anno in corso e per i quattro precedenti periodi d’imposta gravi e ripetute violazioni alla normativa fiscale. I riscontri hanno permesso di rilevare che due delle tre ditte, pur essendo obbligate alla certificazione dei corrispettivi e operando da anni nel settore, abitualmente non emettevano le ricevute fiscali.

Analizzando meticolosamente la documentazione la Finanza ha ricostruito le prestazioni rese e constatato ricavi non dichiarati per più di 500mila euro, con la mancata emissione nell’arco dei cinque anni di oltre 800 ricevute fiscali per i relativi attracchi alle boe galleggianti.

inoltre sono stati individuati due lavoratori in nero. In questo caso, i buoni lavoro (voucher) utilizzati dal datore di lavoro per regolarizzare la prestazione lavorativa dei due soggetti, in effetti, recavano una data di inizio della prestazione stessa risultata essere di molto successiva rispetto alla data effettiva.