Livorno, 9 giugno 2014 - «E IO VI DICO che questo è l’inizio di una nuova democrazia. Preparatevi perché ne vedrete delle belle: mostreremo alla città quello che da troppi anni non è stato mostrato e che è stato chiuso dentro il Comune. Preparatevi».

Livorno, piazza XX Settembre, esterno giorno, le 3 del pomeriggio. I giornalisti prendono appunti, qualche militante applaude, lui in maniche di camicia e scarpe da tennis sorride. Siccome nel piccolo ufficio-magazzino che ha fatto da sede del suo comitato elettorale è un caldo beduino, per la prima conferenza stampa da sindaco Filippo Nogarin ha scelto l’ombra alberata della piazza dove c’era il mercatino americano e che ora sembra il set ideale per raccontare una storia da sogno americano. Quella del David pentastellato che, a sorpresa, fa stramazzare al suolo il Golia ulivista.

«In fondo — sorride il neosindaco — noi abbiamo dimostrato di essere molto più di sinistra rispetto al Pd non con le parole ma con i fatti».
La prima cosa che farà da sindaco allora sarà una cosa di sinistra?
«L’urgenza è il lavoro, Livorno ha un tasso di disoccupazione più alto rispetto alla media toscana. Il primo obiettivo è far ripartire l’occupazione»
Questo lo dicono tutti...
«Lo so e so anche che non sarà facile. Ci faremo aiutare dai nostri parlamentari e cercheremo fondi europei».
Il nuovo ospedale in campagna elettorale ha detto di volerlo bloccare...
«Per forza. I nuovi quattro ospedali voluti da Rossi in Toscana hanno mostrato la follia cha sta dietro a quei projet financing».
Quindi?
«Quindi stopperemo il progetto-follia per l’ospedale di Montenero».
E le eventuali penali da pagare?
«Valuteremo il tutto insieme ai livornesi, che sanno bene di chi è la responsabilità politica di ciò».
Lo ha già sentito il governatore Rossi?
«No. Lui di solito parla con Marco Ruggeri».
Grillo invece lo avrà sentito...
«Mi ha chiamanto stamattima, si è complimentato e poi mi ha detto: ‘Belin, ora mi devi 50 euro’. E’ per una scomessa che avevamo fatto ma che non rivelerò a voi».
Non si sente in imbarazzo per i voti che le sono arrivati anche dall’estrema destra?
«I voti non appartengono ai partiti ma ai cittadini che li hanno espressi credendo nel nostro progetto».
Con i partiti che sono oggi all’opposizione dunque che rapporto vorrà avere?
«Quello di un dialogo costruttivo nell’interesse dei cittadini»
Lei nel passato ha militato in altri partiti?
«Militato no. Sono un convinto ‘No tav’, ho fatto parte di molti comitati ambientalisti, ho votato per i Verdi e una volta pure Democrazia Proletaria, ma mai avuto tessere di partito».
Sull’aeroporto di Pisa adesso sarà chiamato a dire la sua....
«Nel caso credo che bisogna abbattere la simpatica goliardia tra Pisa e Livorno e riuscire a fare sistema. Per questo tenderemo una mano a Pisa e cercheremo di fare network intorno al Galilei e al nostro Porto».
Da sindaco si ridurrà lo stipendio?
«Lo farò per dare un segnale, riducendo anche gli stipendi dei vertici delle società partecipate».

Stefano Cecchi