Livorno, 1 aprile 2014 - "Una famiglia specchiata. Gente per bene. Li conosciamo da molti anni. Mai avremmo immaginato che potesse accadere una tragedia simile. Carla aveva avuto problemi di salute, qualche anno fa al seno e più recentemente era stata operata all'anca. Mauro è stato da giovane autista degli autobus alla vecchia Lazzi, una persona seria. Il figlio ha fatto carriera a Roma. E'ufficiale di Marina. Avranno litigato come accade in tutte le famiglie..."

Così i vicini di casa di Carla Barghini, 71 anni, uccisa domenica sera dal marito Mauro Signorini, 82 anni, commentano la tragedia vissuta in via Lorenzini, nel cuore del quartiere Colline. I coniugi Signorini vivevano al quinto piano del numero civico 21 in un grosso complesso popolare dove abitano 126 famiglie. Ieri le finestre del balcone sono rimaste chiuse, gli avvolgibili abbassati. "Pensare che hanno tre splendidi nipoti è davvero incredibile, siamo tutti molto addolorati", commenta la coppia che abita al piano terra, ancora visibilmente scossa.

Nei negozi del quartiere i coniugi Signorini sono conosciuti come una coppia riservata. Raccontano Piero e Luana, titolari della macelleria gastronomia di via Lorenzini: "La signora Carla era nostra cliente. Una persona gentile, veniva qui anche a comprare il pane e altri prodotti. Facevamo due chiacchiere come accade con tutti. E' sempre stata gentile e carina".

"Ieri sera _dice un condomino_ ci siamo accorti di quanto era successo anche perché sono arrivati i carabinieri, l'ambulanza. Io abito qui da poco, ma per quel poco che li conoscevo mi sembrava una coppia senza particolari problemi".

Mauro Signorini e Carla Barghini, originaria di Portoferraio e con parenti anche a Piombino, si conoscevano da quando erano ragazzi; 62 anni di vita trascorsi insieme, e ieri nel quartiere alcune persone mormoravano: "Lei ogni tanto accennava alla gelosia del marito. Ma niente avrebbe fatto immaginare un epilogo così tragico".

La gelosia e la paura di restare da solo, perché la moglie voleva separarsi, sono diventati nella mente di Mauro Signorini un tarlo insopportabile. Così domenica sera, dopo un litigio, ha strangolato la moglie aggredendola alle spalle, poi dopo averla ricomposta l'ha sdraiata sul letto, ha chiamato il figlio e subito dopo ha confessato ai vicini di casa il suo folle gesto. Infine ha deciso di togliersi la vita e se i carabinieri non fossero intervenuti rapidamente in quell'appartamento sarebbero stati trovati due cadaveri. Gli investigatori ritengono che l'anziano volesse morire. Al comando dei carabinieri dove è stato interrogato Mauro Signorini è apparso confuso e dopo aver confessato è stato trasferito nel carcere delle Sughere. E' accusato di omicidio volontario.