Livorno, 1 dicembre 2013 - MIAMI BEACH: hanno fatto «il botto» all’improvviso, come quei fuochi d’artificio che dopo una serpentella fioca diventano accecanti porcospini di luce. A un anno e mezzo dall’intervista su «La Nazione» realizzata prima della partenza per Miami, è emozionante scoprire che due nostri concittadini under 40, dall’altra parte dell’Oceano, ce l’hanno fatta. Certo, c’è da dirla tutta. Si tratta di due livornesi atipici (di quelli che «non boccheggiano lontano dal Romito»).

Gloria Giorgi (36 anni) e Luca Angiolotti (37) col fatidico pezzo di carta in tasca (laurea al top in lingue per lei e in agraria per lui) si catapultarono subito all’altro capo del globo: prima andarono a Moree (si legge «morì» e le battute non sono mancate) in Australia, in un’azienda di cotone per lavorare e migliorare l’inglese. Poi, con la mentalità di chi vuole «arrivare», poco importa dove, traslocarono a Montalcino per due anni, in un’azienda agricola, rientrando per raccogliere una sfida: otto anni di gestione del bar-bagno dell’ex Mon Hotel di Castiglioncello, alla Baia del Sorriso, dove fecero di un barrettino su una lingua di cemento un ritrovo per i giovani della costa. 

PROPRIO lì ci salutammo, in un morso di costa strappata al mare che Valentina, la sorella di Gloria, continua a gestire con degli amici livornesi. Mancavano due giorni al decollo (4 aprile 2012), e Gloria sputò il rospo con gli occhi umidi: «Non è facile fare downshifting» (letteralmente: un cambiamento verso il basso). Bisogna resettare una vita di studio, di sacrifici, le aspettative dei genitori… e trovare la grinta per ripartire da zero». Luca, il vero fan del carpe diem della coppia, la incalzò: «Però in Florida se ti adatti trovi lavoro appena scendi dall’aereo. Soprattutto a Miami Beach la comunità italiana è enorme, molto stimata e unita. Ci aiuteranno ad ambientarci. Scordiamoci l’orgoglio del laureato italiano, quel tremendo freno a mano che va a braccetto coi luoghi comuni, come il marchio di lavapiatti a vita. In America la flessibilità è sacra: capita che un professore faccia per un po’ il giardiniere, un avvocato l’idraulico e quindi, perché no un agronomo il manovale…».

OGGI, Gloria e Luca riassumono il segreto del loro successo: «Bisogna partire con un progetto chiaro, ponderato». Loro, da bravi livornesi, avevano pure preparato un piano «b». Oltre a un’impresa edile (Luca proviene da una famiglia nel settore) pensavano di avviare una catena di «5&5» (là non esiste la torta di ceci) nel quartiere degli uffici (14mila potenziali clienti): «Vista la spaventosa richiesta di rifiniture all’italiana ci siamo concentrati sull’immobiliare aprendo, con l’equivalente di 100 euro, in due mesi, la compagnia di costruzioni (spa) «Toscana con struction». Fiore all’occhiello l’utilizzo esclusivo di materiali italiani, il rispetto degli standards europei e il servizio «chiavi in mano» (grazie a un team di architetti, interior designers e operai). Ci siamo fatti un nome nei condomini più esclusivi di Miami beach».

IN SOLDONI, la chiave di volta del sogno americano è un mix di forza di volontà e professionalità: «Ci sono tante opportunità. Attenzione però: in Italia, anche se non ti ammazzi di lavoro, vivacchi comunque. A Miami, invece, o il botto lo fai verso l’alto, con l’effetto pirotecnico, o verso il basso — e qui ci scappa un bel “dé” — sbattendo le chiappe per terra. Il sistema ti mette in condizione di giocartela, ma o sfondi o te ne vai».Prevedete un rientro in Italia? (Nella prima intervista alla stessa domanda seguì un sospiro, adesso una risata) — «Certo, per Natale, se il lavoro ce lo consente». Bravi ragazzi! Fate «assaggiare» ai «renaioli» a stelle e strisce quanto è sapido il «dna» di scoglio.