Livorno, 16 novembre 2013 - Un ''importante canale di approvvigionamento di eroina e cocaina'' tra l'Umbria, Napoli e Livorno è stato sgominato dalla squadra mobile di Perugia che ha effettuato sette arresti ai danni di cittadini maghrebini. Cinque le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Alberto Avenoso e due gli arresti in flagranza.

Tre arresti in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti sono stati eseguiti a Livorno. Si tratta di tre maghrebini di 24, 28 e 33 anni. I tre sono stati, infatti, sorpresi con un quantitativo totale di circa 156 grammi di cocaina, ancora da suddividere in dosi, che avrebbero fruttato un guadagno di 50 mila euro. L'operazione è scattata nel pomeriggio di ieri in un palazzo di un quartiere popolare di Livorno, dopo una serie di appostamenti. Le indagini erano partite per dare esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Perugia nei confronti del 28enne, indagato sempre per reati collegati agli stupefacenti.

Nel corso dell'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Mario Formisano, sono stati sequestrati complessivamente 430 grammi di eroina e 150 di cocaina, insieme a 18 mila euro in contanti ritenuti provento dell'attività illecita. Le sole transazioni di denaro destinate alla Tunisia tracciate nell'inchiesta ammonterebbero complessivamente a 56 mila euro. I dettagli dell'operazione sono stati resi noti stamani nel corso di una conferenza stampa dal vicequestore Marco Chiacchiera.

Il capo della Mobile ha parlato di un ''giro d'affari spaventoso'' messo in atto dal presunto capo del gruppo, un tunisino di 36 anni basato a Napoli, già conosciuto dalla polizia perché fino a poco tempo fa dimorante a Perugia. Mentre gli altri indagati (quattro tunisini e due marocchini) vengono considerati ''corrieri'' e ''luogotenenti'' erano impegnati a distribuire la droga in Umbria e Toscana, muovendosi a bordo di treni, auto o pullman. Secondo quanto riferito dagli investigatori, il presunto capo dell'organizzazione sta per diventare padre e se non fosse stato arrestato avrebbe fatto perdere le proprie tracce rientrando nel proprio Paese di origine.

L'inchiesta della sezione criminalità diffusa della squadra mobile si è sviluppata in seguito all'arresto di altri spacciatori, a Perugia, nel 2011, quando, in seguito ai provvedimenti restrittivi, vennero ridisegnate le gerarchie dello spaccio. Sono ora in corso accertamenti, da parte della squadra mobile, per verificare gli eventuali collegamenti dei maghrebini coinvolti nell'indagine con la criminalità organizzata campana.

Gli arrestati sono detenuti negli istituti penitenziari di Poggioreale, Perugia e Livorno.