Piombino (Livorno), 3 ottobre 2013 - Oggi per Piombino è uno dei giorni più lunghi. Il giorno – quasi sicuramente – non dell’ultima manifestazione o sciopero, ma quello dell’ultimo grido, dell’ultima vera possibilità di far comprendere che “Piombino non deve chiudere e l’altoforno della Lucchini non si deve fermare”.

Questo è lo slogan che aprirà la manifestazione con in testa i tre segretari generali nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Ci saranno tutti dal presidente della Regione Enrico Rossi, all’assessore regionale Gianfranco Simoncini, i sindaci del comprensorio, politici di ogni schieramento, associazioni di categoria, studenti, e cittadini.

Quattro ore di sciopero generale del territorio e serrata dei negozi. Tutti insieme ai lavoratori della Lucchini per tentare di salvare lo stabilimento. Per il commissario straordinario Piero Nardi – a meno di ultimissimi colpi di scena – entro novembre l’altoforno – il cuore della fabbrica – chiude. Questo vorrebbe dire da subito fra diretti ed indiretti oltre 2000 persone a casa. Un dramma sociale che fa tremare i polsi. I sindacati arrivati a questo punto chiedono solo di “lavorare per far lavorare lo stabilimento”.

Altoforno in marcia fino al 2015 – per questa data i tecnici hanno dato garanzie – e contemporaneamente lavorare per forno elettrico (come vuole Nardi) e Corex, un impianto che andrebbe a sostituire l’altoforno, per il quale la Siemens si è detta pronta a realizzarlo – trovando fondi comunitari. Ma a Piombino l’aria che si respira è quella della disfatta. La manifestazione di oggi potrebbe far trovare la voglia e la forza di lottare e di credere che qualcosa può essere ancora fatto. E l’appello che si alza forte dalla città siderurgica toscana è rivolto al governo, che deve trovare il coraggio di dire se la siderurgia è ancora strategica per il paese e se lo è, puntarci, investire, smobilitare
finanziamenti.

“Scongiurare lo spegnimento dell’altoforno: è quello che chiederemo con forza partecipando a una manifestazione importante che per la prima volta riunisce a Piombino i vertici nazionali dei sindacati, e portando avanti, in questo modo, il nostro impegno in difesa del polo siderurgico e a fianco dei lavoratori della Lucchini. – spiega il capogruppo Pd in Regione Marco Ruggeri, in piazza con una delegazione del gruppo regionale – Oggi vogliamo ribadire la necessità di un intervento governativo per dare respiro alla produzione e garantire un futuro all’azienda”.

“Con il futuro della Lucchini è in discussione lo sviluppo economico di Piombino e della Val di Cornia: non possiamo stare a guardare mentre è a rischio un pezzo di manifatturiero di importanza nazionale” fa presente il piombinese consigliere regionale Matteo Tortolini. Intanto con un’interrogazione parlamentare Federico Gelli ha chiesto che il Governo faccia chiarezza sul futuro e verifichi la sospensione dell’Irap per il 2012 alle imprese creditrici.

Ieri, intanto, riunione al Ministero dello Sviluppo Economico per valutare la situazione dell’area industriale di Piombino. L’incontro - al quale erano presenti il sottosegretario Claudio De Vincenti, il sindaco Gianni Anselmi, l’assessore regionale alle Attività Produttive Gianfranco Simoncini, il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà - è servito a concordare l’avvio di un percorso di verifica degli strumenti di incentivazione che, nel rispetto della normativa europea, possano configurare - insieme con il potenziamento infrastrutturale previsto dall’Accordo di Programma siglato nell’agosto scorso - una rinnovata attrattività del territorio per lo sviluppo di nuove attività produttive.

Con riferimento alla situazione del siderurgico Lucchini, si è poi fatto il punto sull’iter di individuazione di possibili nuovi acquirenti.

Da parte del Mise, è stato inoltre riconfermato l’impegno a sostenere in sede europea un progetto di innovazione basato sulla tecnologia Corex e a verificare la possibilità di utilizzo, allo scopo, di fondi comunitari. Tale progetto potrebbe rappresentare, insieme con la realizzazione di un forno elettrico, una opportunità di ripartenza del siderurgico, in funzione di adeguate prospettive produttive e occupazionali.

A fronte della richiesta delle Istituzioni locali di garantire il massimo utilizzo temporale dell’altoforno, il Ministero dello Sviluppo Economico verificherà con il Commissario le concrete possibilità. Governo e Istituzioni locali torneranno ad incontrarsi domani, 4 ottobre, per avviare la fase operativa dell’Accordo di Programma.

Su questo insieme di problemi è prevista la convocazione, entro ottobre, del Tavolo di confronto presso il Mise.

 

Maila Papi