di Maria Nudi

Castagneto Carducci (Livorno), 24 settembre 2013 - Ilaria Leone, la Procura ha chiuso le indagini.

Omicidio volontario aggravato da averlo commesso dopo una violenza sessuale, violenza sessuale, occultamento di cadavere, detenzione ai fini di spaccio con l’aggravante dello spaccio ai minori: sono queste le accuse dalle quali dovrà difendersi Ablaye Ndoye, il senegalese di 34 anni, ritenuto dagli investigatori l’autore dell’omicido di Ilaria Leone, 19 anni, avvenuto la sera del 1 maggio in località Piantoni.

Il cadavere fu trovato la mattina del 2 maggio nell’oliveto a Castagneto Carducci coperto dalle potature degli ulivi. Il comando provinciale dei carabinieri arrestò il 3 maggio a Donoratico il giovane senegalese.

La Procura della Repubblica ha depositato ieri la chiusura delle indagini preliminari. L’avvocato di Ablaye Ndoye, Giovanni Porto, ha venti giorni di tempo per le attività difensive come presentare memorie o chiedere all’autorità giudiziaria l’interrogatorio del giovane senegalese. Trascorsi i 20 giorni il magistrato Fiorenza Marrara chiederà il rinvio a giudizio. Il giallo dell’oliveta è arrivato alla stretta finale.

A incastrare il giovane senegalese, che ha sempre proclamato la sua estraneità all’omicidio, sono state oltre alle minuziose indagini dei carabinieri le relazioni dei Ris di Roma che lo hanno inchiodato.

Secondo quanto è stato ricostruito dai carabinieri, quella sera del primo maggio Ilaria Leone aveva un appuntamento con Ndoye: un incontro nel quale il giovane senegalese manifestò la voglia di fare l’amore con lei, ma Ilaria si rifiutò firmando così la sua morte. Ablaye Ndoye, secondo quanto è emerso, percosse la giovane e ancora viva la coprì con le potature degli olivi lasciandola agonizzante.

La mattina del 2 maggio fu ritrovato il corpo della giovane e scattarono le indagini che nel di poche ore portarono all’indentificazione del senegalese. Ablaye Ndoye fu arrestato il 3 maggio a Donoratico: attualmente è rinchiuso nel carcere di Sollicciano.