Castagneto Carducci (Livorno), 4 maggio 2013 - Ilaria Leone non è morta per strangolamento ma soffocata dal suo stesso sangue. E' l'atroce dettaglio che emerge dall'autopsia sul corpo della diciannovenne trovata morta in un uliveto a Castagneto Carducci, in provincia di Livorno. La ragazza, sempre secondo le ipotesi investigative basate sull'esame autoptico, sarebbe stata pestata a sangue, pestaggio che le avrebbe provocato una ferita al setto nasale. Proprio la fuoriuscita del sangue l'avrebbe soffocata, causandone la morte. Molto probabilmente, secondo gli inquirenti, la colluttazione sarebbe avvenuta in un punto piu' alto del pendio rispetto al luogo del ritrovamento del corpo. L'assassino avrebbe perciò tentato di abusare della giovane, e, alla reazione della ragazza, l'avrebbe presa per il collo e poi pestata brutalmente. Pensando che fosse gia' morta l'avrebbe poi trascinata qualche metro piu' in basso coprendola con delle frasche. Ilaria sarebbe stata ancora viva, come testimoniano i segni di trascinamento trovati sulla sua schiena, ma sarebbe morta poco dopo soffocata dal sangue delle ferite al setto nasale.

Il pm Fiorenza Marrara ha chiarito che occorrerà attendere i risultati sui reperti inviati ai Ris di Roma per chiarire se ci sia stata o meno violenza sessuale, ma il contesto in cui e' stato trovato il cadavere,
seminudo, farebbero pensare ad un tentativo di approccio violento. In stato di fermo, accusato della tentata violenza e di omicidio, c'e' Ablaye Ndoye, senegalese di 34 anni, per il quale domani sara' depositata la
richiesta di convalida. L'uomo e' attualmente in carcere a Livono. Al momento non ha confessato l'omicidio, ma come ha ribadito il procuratore Francesco De Leo, su di lui gravano pesanti prove di colpevolezza.

Al momento sembra sfumare l'ipotesi di possibili complici di Ablaye Ndoye. ''Il risultato dell'autopsia ci fa escludere probabili complici'', ha detto questo pomeriggio il pm Marrara. ''La vittima era ancora viva quando e' arrivata sul posto. Questo fa intendere che l'omicidio possa essere stato compiuto da una sola persona - ha spiegato il pm - e che l'aggressione sia avvenuta nel luogo stesso dove sono stati ritrovati alcuni oggetti personali della ragazza, poco piu' in alto cioe' rispetto al luogo in cui e' stato rinvenuto il corpo'', nell'uliveto a Castagneto Carducci. Secondo quanto emerso dall'autopsia le lesioni rilevate sulla schiena della vittima indicherebbero che dopo aver subito la brutale aggressione, presumibilmente in un punto piu' in alto del pendio rispetto a dove poi il corpo e' stato ritrovato, la ragazza era ancora viva e che quindi potrebbe poi essere stata trascinata giu', gia' in stato di incoscienza, da una sola persona".

Intanto ciò che è certo è che Ablaye Ndoye, stava preparandosi a fuggire. Nel corso dell'interrogatorio al quale e' stato sottoposto dagli inquirenti avrebbe ammesso soltanto di conoscere la vittima. Gli investigatori hanno pero' le prove Ndoye avrebbe cercato di far cancellare da un connazionale la memoria dei numeri telefonici del cellulare della vittima. Il senegalese inoltre davanti al pm ha smentito categoricamente tutte le testimonianze, anche quelle fatte dai suoi connazionali, dicendo di essere stato incastrato.

L'uomo, che ha tuttavia ammesso di conoscere Ilaria e di aver fumato hashish con lei e con altri ragazzi in alcuni occasioni, non ha potuto negare pero' che lo zaino in cui e' stato trovato il cellulare della ragazza fosse suo, anche se avrebbe ribadito che il telefonino sarebbe stato messo lì dai suoi connazionali per incastrarlo. Secondo quanto appurato pero' dagli investigatori, la mattina seguente l'omicidio, Ndoye
era gia' in possesso del telefono di Ilaria. Inoltre, dall'esame dei tabulati il cellulare di Ndoye la stessa sera dell'omicidio avrebbe ricevuto tre chiamate dal telefono di Ilaria e mentre i due cellulari sarebbero stati agganciati dalla stessa cella, sia per la vittima che per l'indagato le chiamate si interromperebbero dalle 22.
Quanto alla serata di giovedi', Ablaye Ndoye ha raccontato di aver dormito sulla spiaggia dopo essere stato a cena in un ristorante della zona, dove pero' nessuno lo ha visto.