Livorno, 4 gennaio 2013 - La rivoluzione voluta dalla Regione del servizio 118 a suon di tagli sull’organico dei medici e a suon di accorpamento delle centrali operative (saranno tre in tutta la Toscana) dovrebbe entrare a regime a primavera (maggio, per la precisione). E così sarà anche per la decisione di sopprimere il servizio di guardia medica (alias «continuità assistenziale») nei turni notturni dalle 24 alle 8 di ogni giorno dell’anno. Per cui chi avrà bisogno di assistenza medica la notte o chiamerà l’ambulanza e si farà portare al pronto soccorso, oppure si dovrà raccomandare a qualche santo in Paradiso...


C’è preoccupazione per gli effetti di questa riforma del 118 della continuità assistenziale notturna 365 giorni l’anno dalle 24 alle 8. In questa fascia oraria a partire da maggio chi avrà necessità di assistenza medica dovrà chiamare il 118 e c’è da giurarci che nove volte su dieci la chiamata avrà come esito l’invio dell’ambulanza a casa del paziente per portarlo al pronto soccorso che, invece di decogestiorarsi, sarà preso d’assalto più di quanto accade ora. E tutto in barba all’obiettivo di eliminare gli accessi impropri al servizio di emergenza-urgenza. La notte è il momento peggiore per chi sta male e ha bisogno almeno del consulto anche solo telefonico. Meglio ancora se il medico va a casa. Se questo non sarà più garantito la corsa al pronto soccorso sarà automatica.
 

Il timore per chi opera nelle associazioni di volontariato è proprio questo: che quello che un tempo era il servizio di guardia medica notturna ricada su di loro.

Alessandro Gatto si occupa del 118 per la Misericordia. Ci spiega prima di tutto: «Sia noi sia la Pubblica Assistenza abbiamo tre nostri dipendenti distaccati nella centrale operativa del 118. In attesa che entri in vigore la riforma con l’unificazione delle centrali operative, è stata prorogata di tre mesi la convenzione tra noi e la Asl, scaduta la quale non sappiamo cosa accadrà dei nostri lavoratori». E «senza guardia medica notturna è possibile l’inpennata di chiamate con richiesta di ambulanze». Il collega Fabio Cecconi della Svs aggiunge: «Solo una settimana fa siamo stati informati della proroga della convenzione per il servizio 118, dopo nostre ripetute sollecotazioni. Anche noi siamo preoccupati per le ripercussioni delle novità nell’aria. Certo non lasceremo i cittadini senza servizi, a costo di accollarceli: quelli di emergenza e gli ordinari». E forti sono le perplessità sul nuovo modello di cnntinuità assistenziale: «La decisione di eliminare la guardia medica di notte ricadrà sul 118, dunque su Pubblica Assistenza e Misericordia che effettuano il trasporto al pronto soccorso dove tutti vorrano o dovranno andare.Urge un ripensamento responsabile».

Monica Dolciotti