Livorno, 8 dicembre 2012 - Il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, il prefetto Francesco Paolo Tronca ha fatto visita ieri al comando dei vigili del fuoco. La caserma di via dei Pelaghi è stata tirata a lucido vista l’illustre presenza. Si è trattato di una visita di cortesia certo gradita, ma i problemi che affliggono i nostri amati vigili del fuoco non si risolvono con una stretta di mano e una pacca sulla spalla. Loro quando serve scattano anche se sanno che le ore di lavoro straordinario che fanno vengono pagate a distanza di un anno e forse di più.

«Un'ora di straordinario — ci spiegano i rappresentanti sindacali — viene pagata 8 euro lordi e a questi si aggiunge un euro lordo per il notturno, o per il festivo (domanica), o per il superfestivo (Capodanno, Ferragosto, Natale e così via)». A proposito di straordinari arretrati ci riferiscono: «Il servizio straordinario che i pompieri del comando provinciale di Livorno hanno prestato per il terremoto in Abruzzo è stato pagato dopo un anno e mezzo; per il servizio prestato in occasione del naufragio della nave Concordia all’isola del Giglio non si è visto un centesimo; l’intevento per il terremoto in Emilia non nemmeno lo mettiamo nemmeno in conto».

L'organico è in sofferenza perché chi va in pensione non viene sostituito e l’età media di chi resta è intorno ai 40 anni; poi il ricorso ai vigili con incarico a tempo determinato è ormai una prassi consolidata. Come quella dei tagli al punto che «si sta diffondendo la notizia — segnalano i delegati sindacali — che sia in programma il dimezzamento del personale del nucleo sommozzatori di Livorno. Oggi ha 22 pompieri in servizio suddivisi in 4 turni, nonostante l’organico ne preveda 24, e se le cose andranno come si teme ne rimarranno 11». Eppure questo è il nucleo specializzato più attivo su tutta la costa tirrenica.

Altra nota dolente: le manutenzioni e le dotazioni tecniche. «La mancanza ormai cronica di finanziamenti ci costringe a riparazioni continue di mezzi e strumenti di lavoro — sottolineano i delagati sindacali — e se qualcosa si rompe e non ci sono i soldi per i pezzi di ricambio per cui non si interviene e basta. Un esempio? Le porte dei garage dove teniamo i mezzi per gli interventi sono rotte per cui restano aperte. Lo scorso inverno quando ha nevicato i mezzi sono rimasti esposti al freddo con il rischio di essere inservibili in caso di bisogno».

Ancora: «Ci sono mezzi operativi per l’antincendio boschivo, cioè autocisterne di dimensioni ridotte a trazione integrale da impiegare in aree impervie come all’isola d’Elba o sulle colline livornesi, che sono inservibili perché mancano i soldi per le riparazioni. Dunque quando scatta l’emergenza dobbiamo usare mezzi non idonei». Infine i pompieri del nucleo sommozzatori «hanno mute obsolete e vecchie da sostituire, ma non c’è speranza che possa accadare».