Piombino, 27 luglio 2012 - Due ore di sciopero stamani alle acciaierie Lucchini di Piombino (Livorno) per chiedere con forza un rilancio dello stabilimento: un corteo di 2.000 lavoratori dai cancelli della fabbrica ha attraversato la città. Applausi dei commercianti in segno di solidarietà: gran parte dei negozi di Piombino è rimasto chiuso. Il corteo si è concluso in piazza Cappelletti. 

 

''Una grande manifestazione - ha commentato Luciano Gabrielli della Fiom Cgil - che ha coinvolto tutti i lavoratori della città perché Piombino non deve chiudere. Il corteo è sfilato tra gli applausi della gente e dei negozianti che hanno abbassato le saracinesche. Siamo soddisfatti per l'adesione di tutte le associazioni, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Cooperative, e di tutti i lavoratori che hanno partecipato. Ora vedremo e valuteremo come
continuare la mobilitazione che porteremo a Roma''.

 

''Piombino rappresenta una realtà industriale massiccia che non vogliamo archiviare ma che vogliamo riqualificare con bonifiche, infrastrutture e investimenti nei limiti degli aiuti di Stato. Per questo abbiamo candidato Piombino, perché il Governo ci ascolti''. Così il sindaco Gianni Anselmi ha parlato del rilancio delle acciaierie dal palco della manifestazione seguita allo sciopero di stamani.

 

''Qui, in un migliaio di ettari - ha proseguito il sindaco Anselmi - ci sono tre multinazionali dell'acciaio e la più grande centrale Enel della Toscana. Lo Stato a Piombino è presente da decenni. Ora siamo su un crinale ed è giunto il momento che lo stesso Stato intraprenda politiche di riqualificazione e che riaffermi una presenza investendo sulle potenzialità del territorio di fronte alle sfide imposte dal futuro e dalla globalizzazione''.

 

''Oggi ha concluso il sindaco - serve la stessa lungimiranza che ha portato Piombino a essere quello che è, basata però su nuovi paradigmi industriali, per tornare a investire sul lavoro. Questo a Piombino si può fare''.