Livorno, 9 febbraio 2011 - Con l'approvazione della mozione per l’istituzione del certificato anagrafico di famiglia per le unioni di fatto, presentata da Arianna Terreni (consigliera de Pd e presidente dell’VIII commissione) a Livorno si aprono le porte alle unioni di fatto. L’atto istitutivo di questa certificazione deve però essere ancora formalizzato. «Ma la strada è stata tracciata — commenta la Terreni — e a questo punto anche Livorno potrà contare in futuro su questo strumento di cui già dispongono i cittadini di Padova e Torino».

Tra in firmatari anche Gianfranco Lamberti (Confronto per Livorno) e Marco Cannito. Questa mozione è stata approvata con 15 voti favorevoli (Pd, Rc e Sel); si è invece astenuto Paolo Fenzi del Pd, che ha motivato la sua posizione affermando che «un’operazione del genere sul piano amministrativo non ha alcuna valenza, per cui ha un rilievo prettamente politico, condivisibile certo, ma solo quello». L’intervento di Fenzi è stato lungo e articolato. «Si rilevava fra l’altro come “in assenza di un quadro normativo nazionale, lasemplice proposta di istituzione di un registro delle Unioni Civili non risolva i problemi... in quanto risulterebbero determinanti solo i diritti che a detto registro venissero associati».


Tra l'altro nel febbraio dello scorso anno, fu approvata una mozione «che rappresentava — continua Fenzi — un tentativo pragmatico di verificare, nel quadro delle competenze proprie del Comune, che non vi fosse alcuna discriminazione di sorta nell’accesso ai servizi offerti dall’ente a coppie che abbiamo contratto matrimonio, a coppie di fatto etero o omosessuali». Verifiche che i consiglieri hanno fatto ma: «Nell’ambito delle competenze comunali — aggiunge Fenzi — non si è riscontrato nessun regolamento, nessun atto, nessuna delibera che compia questo tipo di discriminazione».


Diverse le sensibilità del centrodestra con il gruppo Pdl-Taradash non ha votato, mentre Marcella Amadio e Maristella Bottino (Pdl-Amadio) hanno votato contro. La mozione «è stata costruita attraverso un percorso di incontri e discussioni con associazioni (Arci, Arcigay, rete Lenford ed altre) — ricorda la Terreni— avvocati, cittadini interessati e cosi anche a Livorno si darà la possibilità alle coppie che convivono (senza discriminazioni di sesso) di essere riconosciute dalle istituzioni come famiglia anagrafica». Precisa: «Non è un matrimonio di serie B, ma una scelta di vita diversa che deve essere rispettata e non è lesiva della dignità della famiglia basata sul matrimonio».

E aggiunge: «Il certificato che attesta la convivenza è utile per l’assegnazione di un alloggio popolare, o per ottenere congedi lavorativi secondo la legge n. 53/2000 sui congedi parentali». Il riconoscimento che verrà conferito dall’attestazione di famiglia anagrafica «non avrà solo valore simbolico, ma conferirà dignità al rapporto delle persone che scelgono la convivenza».