Livorno, 19 marzo 2010 - Si è conclusa con una nuova richiesta di archiviazione della Procura al giudice delle indagini preliminari la seconda indagine sulla morte di Marcello Lonzi, il giovane detenuto morto nel carcere delle Sughere l’11 luglio del 2003. Il pm Antonio Giaconi ha chiesto l’archiviazione per l’ex compagno di cella, accusato di omicidio preterintenzionale, e due agenti della polizia penitenziaria indagati per omessa vigilanza. Sarà il giudice delle udienze preliminari a dover stabilire se accogliere la richiesta della Procura o se ordinare un supplemento investigativo. L’udienza è in calendario per le prossime settimane.
 

"Non voglio più avere a che fare con la Procura di Livorno. Ma non mi fermerò qui": è arrabbiata ed indignata Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi che da oltre 7 anni e mezzo si batte per ottenere giustizia e ha sempre ipotizzato che la morte del figlio non sia stata per cause naturali, ma sarebbe stata causata da un pestaggio avvenuto in carcere. Una tesi che, secondo gli accertamenti della Procura, non trova alcun riscontro. Afferma ancora la Ciuffi: "Non mi fermerò qui. Ho chiesto al mio avvocato di andare a ritirare tutti i fogli. E poi deciderò. Voglio sapere l’ora precisa in cui è morto mio figlio. E voglio sapere come mai nella richiesta di archiviazione, sono 19 pagine, mancano le dichiarazioni di un ex detenuto che ha riferito alla Procura che la mattina dell’11 luglio del 2003 mio figlio si era preso con degli agenti della polizia penitenziaria".Come dire che la battaglia continuerà. Maria Ciuffi aveva già annunciato nelle settimane scorse che se la Procura avesse archiviato si sarebbe rivolta insieme con il suo legale Matteo Dinelli alla Corte Europea di Strasburgo. La battaglia di Maria Ciuffi non si fermerà. Intanto la radicale Irene Testa appena appresa la notizia della possibile archiviazione dell’indagine sulla morte di Marcello Lonzi ha cominciato a Roma lo sciopero della fame.