Livorno, 10 novembre 2009 - Comando della base Usa di Camp Darby torna a chiedere di poter allargare la darsena interna di cui già dispone lungo il canale dei Navicelli il quale, per un ampio tratto, costeggia l’arsenale a stelle e strisce. In questo modo gli americani potrebbero riorganizzare la porzione di sponda a loro disposizione già attrezzata a banchina e velocizzare la movimentazione di merci e materiali che arrivano su chiatta direttamente dal porto di Livorno.

 

A confermare la notizia di un nuovo interesse verso questo progetto da parte Usa - che ovviamente finanzierebbero per intero l’intervento - è il sindaco di Pisa Marco Filippeschi il quale, a sua volta, ha chiesto agli americani di collaborare nelle operazioni di dragaggio e messa in sicurezza del Canale, interventi indispensabili e utilissimi in relazione agli importanti investimenti pubblici e privati in corso sul Canale, dove sta crescendo il polo della nautica e dove stanno per partire i lavori per riaprire il collegamento diretto tra Navicelli e Arno all’altezza dell’Incile, a porta a Mare.

 


Progetto, quest’ultimo, che consentirà di collegare direttamente Pisa e il porto di Livorno senza dover passare dal mare. "Sì, confermo l’interesse del comando Usa per allargare di qualche metro la darsena della base militare: in questo modo - spiega Filippeschi - si potrebbero ricevere e manovrare due chiatte in contemporanea, mentre adesso bisogna limitarsi a una per volta. Mi risulta che ci sia disponibilità sia da parte del Parco che della Regione a valutare il progetto. Io ho chiesto un impegno degli americani a collaborare alle opere di dragaggio. La risposta? Sono stati prudenti, ma non hanno detto no. Il discorso è aperto: vedremo gli sviluppi".

 

 

Ma Filippeschi va oltre confermando che il Pentagono continua a ritenere di strategica importanza l’esistenza della base sprofondata nella pineta tra Pisa e Livorno. Si tratta del resto del più grande arsenale Usa esistente fuori dalla madrepatria con i suoi 125 bunker pieni di armi e munizioni, disseminati su una superficie di 1.200 ettari. Dunque, altro che chiudere la base, come chiede ripetutamente la sinistra radicale e pacifista: "Si comprende chiaramente - aggiunge il sindaco - che gli americani ritengono questo insediamento molto importante e vogliono continuare a investirci. E siccome sono interessati a sistemi di trasporto alternativi alla gomma, puntano sulla via d’acqua e sulla ferrovia: vogliono così aprire un confronto anche con le Ferrovie per una riorganizzazione dello snodo ferroviario esistente nella base". Ieri intanto il Comitato 'No Camp Darby' di Pisa e Livorno, Cobas e Rebeldìa hanno puntato il dito contro l’operazione definendola solo "una operazione strategica che gli americani vogliono da anni per avere un Canale più veloce per trasferire le armi fino al porto di Livorno e poi imbarcarle verso le zone di guerra".