«Addio cavalcavia, c’è il sottopasso. Ecco come ridaremo vita al Corallo»

Il progetto di un’azienda livornese. Menicagli: «Il Comune ci ascolti»

Silvia Menicagli, Francesco Cicora e Marco Bertagni

Silvia Menicagli, Francesco Cicora e Marco Bertagni

Livorno, 28 luglio 2016 - Immaginate di essere in auto, diretti verso la zona di Porta a Terra e del centro commerciale. Esiste la possibilità che, in fondo a viale Carducci e in corrispondenza dell’inizio di via degli Acquedotti dopo la rotatoria, si possa scendere con un sottopasso di 200 metri. Passerebbe sotto i 13 binari della stazione ferroviaria per superarla e sbucare oltre. Utopia? In sintesi è questo il progetto che l’ingegner Francesco Andrea Cicora, con l’appoggio della onlus Terme del Corallo, propone all’amministrazione per recuperare l’intera area e procedere al suo rilancio. «Quest’anno la presidenza del Consiglio ha deciso di dedicarsi al recupero delle “periferie” – ha spiegato Silvia Menicagli, presidente della onlus – mettendo a disposizione 500 milioni di euro per progetti così orientati. Chiediamo allora una risposta urgente dell’amministrazione, di fronte all’innovazione e alla bontà di questo progetto sviluppato da un’azienda livornese, affinché riveda e ricontestualizzi il progetto già esistente dedicato al riassetto della facciata della stazione ferroviaria e della pavimentazione. La possibilità di eliminare il cavalcavia e realizzare il sottopasso che la città tanto chiede – conclude – esiste e ridarà vita al Corallo e all’area intera».Il progetto del sottopasso

Rispetto alle tecniche «tradizionali», quella di Cicora permetterebbe «un notevole risparmio di tempi e costi, abbattendone gran parte in relazione soprattutto alla fase di “sostegno dei binari” che noi non contempliamo – spiega l’ingegnere – La soluzione che proponiamo è un tracciato che nascendo dalla rotatoria di piazza Dante si distacca dalla via degli Acquedotti scendendo e attraversando in sotterraneo il parco fino a imboccare il sottopasso del fascio di binari di stazione. Poi, superata la via Banti, risale per superare il Rio Cigna grazie a una prima sua tombatura e si dirige poi verso valle costeggiando il complesso delle Due Torri. Grazie a una seconda tombatura supera di nuovo il Rio Cigna per ricongiungersi infine con via degli Acquedotti».   I costi sono ingenti, come richiede un’opera strategica complessa, e il committente dovrebbe essere il Comune di Livorno «anche se – precisa Marco Bertagni, vicepresidente della onlus – andando l’intervento a migliorare la viabilità portante che arriva fino all’ospedale, che ora sembra destinato in via definitiva alla riqualificazione, i fondi potrebbero essere intercettati anche da altri enti come la Regione». «Si potrebbe concludere l’attraversamento dei binari già in un mese-un mese e mezzo – conclude Cicora – Avverrebbe di notte e la città non si accorgerebbe di niente fino al momento dell’apertura del sottopasso. Dopo le opere stradali si potrà deviare la circolazione e allora smantellare il cavalcaferrovia».