Cecina dice addio al sorriso di Olivia

"Ho una battaglia da vincere" diceva sempre. Ma la leucemia se la porta via a 17 anni

Oliva Pellegrinetti, 17 anni

Oliva Pellegrinetti, 17 anni

Cecina (Livorno), 28 settembre 2014 - "Non c'è sconfitta nel cuore di chi lotta". E Olivia Pellegrinetti allora non ha perso, ha lottato fino alla fine, senza mai perdere il suo contagioso sorriso. Ieri all'alba quel mostro chiamato leucemia se l’è portata via, l’ha strappata alla famiglia e agli amici. Olivia Pellegrinetti, 17 anni appena e una vita spezzata improvvisamente, proprio quando si era accesa la speranza.

Meno di un anno fa, lo scorso febbraio, aveva scoperto di essere malata. Tutto era cominciato lo scorso autunno con le analisi del sangue di routine: praticamente nessun sintomo ma valori sballati. "Ma non sembravano comunque preoccupanti, nessuno si aspettava una cosa del genere”.

E’ lei stessa a raccontarlo dai social network, una sorta di diario di questi mesi, con foto e sorrisi dal suo letto di ospedale. Il verdetto arriva a febbraio, cinque mesi fa: si tratta di leucemia linfoblastica, è ad uno stato avanzato, ma ci sono speranze e cure. “Il giorno stesso sono stata ricoverata nel reparto di Oncoematologia pediatrica a Pisa dove sono rimasta 48 giorni. Adesso – raccontava a fine marzo - sono a casa, faccio avanti ed indietro per andare a Pisa. Vado la 2/3 volte a settimana. Al momento ho finito il primo ciclo di chemio, e adesso dovrebbe essere tutto in discesa… O almeno, quasi tutto. Ecco in breve la mia storia”.

Purtroppo non è andata così ma restava sempre la possibilità del trapianto di midollo, si trattava solo di trovarlo compatibile. La ricerca e l’attesa di un donatore sono durate mesi. Olivia si è tagliata i bei capelli biondi e ha cominciato ad indossare colorati cappelli, unico segno visibile della battaglia che stava combattendo. Perché lei non si rassegnava e tra un ricovero e l’altro capitava di incontrarla fuori, con gli amici di sempre, con quel sorriso con cui si ostinava ad affrontare la vita. 

Il donatore di midollo compatibile, ci sono voluti mesi, ma lo hanno trovato. E’ successo tutti nel giro di un mese: la notizia che accende la speranza, il lunghissimo ricovero a Pisa, l’intervento durato ore. Un mese, avevano detto i medici, per capire se il trapianto è andato a buon fine, se Olivia potrà tornare alla sua vita. Ci sono voluti solo pochi giorni invece per vedere che le sue condizioni non miglioravano, che qualcosa non andava. Ieri notte la fine della sua battaglia e il dolore straziante della famiglia, del babbo Givanni, della mamma Laura e del suo compagno Elio Parietti per il quale era come una figlia.

Ripercorrere adesso quei mesi trascorsi tra un ricovero e un altro, noiosi pomeriggi che sembrano non finire mai e documentati da Olivia sul web è come una coltellata. “Le cure sembrano funzionare”, scriveva un mese fa. E già pensava ai capelli che sarebbero ricresciuti e a tutto quello a cui aveva dovuto rinunciare, “molte partite di basket, troppe, andare a ballare, correre, andare al mare, abbracciare  e giocare con i miei animali, andare in vacanza studio, avere un ragazzo…”. Tutte cose che la malattia le ha portato via per sempre ma il ricordo indelebile della sua forza e del suo sorriso, quello no, non lo porterà via.

Oggi i suoi amici, tutti coloro che l'hanno conosciuta e le hanno voluta bene la saluteranno per l'ultima volta, alle 15 in Duomo.

Cecilia Morello