"Chirurgia al collasso", sos dei medici

Cecina: i sanitari scrivono all’Asl: «Con giugno saremo in ginocchio»

EMERGENZE Secondo i medici c’è il rischio che salti il turno per la notteUna equipe medica al lavoro in sala operatoria, in una immagine d’archivio. ANSA/ARCHIVIO - MARIO ROSAS - DRN

EMERGENZE Secondo i medici c’è il rischio che salti il turno per la notteUna equipe medica al lavoro in sala operatoria, in una immagine d’archivio. ANSA/ARCHIVIO - MARIO ROSAS - DRN

Cecina, 29 maggio 2015 - IL REPARTO di chirurgia dell’ospedale di Cecina rischia il collasso. Come se non bastassero le nubi nere che si prospettano quando si parla di ‘riorganizzazione’, un pronto soccorso in perenne affanno, i primari che mancano e le assunzioni annunciate dallo stesso direttore generale ma smentite poco dopo. Dal 1 giugno i medici di chirurgia diminuiranno ancora, appena cinque di cui solo quattro abilitati alla sala operatoria e alla reperibilità. E la denuncia stavolta arriva dagli stessi medici del reparto che hanno scritto ai vertici dell’Asl. A renderle pubbliche, lettera e situazione vicina al collasso, è il Movimento Cinque Stelle, preoccupato per quello che potrà succedere a partire da lunedì quando uno dei medici verrà trasferito altrove e, allo stato attuale, «non c’è traccia di un possibile sostituto». Le difficoltà sono cominciate già a gennaio quando un chirurgo è andato in aspettativa per un anno e la sua sostituta ha comunicato dopo poco lo stato di gravidanza ed è stata per questo esonerata dall’attività chirurgica. «A ciò non è seguita alcuna sostituzione – spiegano i medici – e di fatto da gennaio tutti e sei abbiamo accettato un surplus di orario che ad oggi non è ancora stato retribuito». E da lunedì saranno uno meno ancora, proprio alle porte dell’estate, quando il bacino di utenza aumenta in modo esponenziale.

«NON È certamente accettabile – scrivono i medici – che tutte le urgenze delle 24 ore siano garantite da soli quattro medici, così come, ma già avviene, che ci siano orari di lavoro settimanale di più di 60 ore che possono anche aumentare con le ore di reperibilità, che sia stato istituzionalizzato da tempo il turno mattina-notte, che si facciano anche 15 reperibilità mensili, che sia solo raramente garantito il riposo settimanale dopo la guardia notturna, che il giorno di riposo sia solo ogni 15 giorni, che durante l’orario pomeridiano il medico di guardia sia anche quello che svolge attività ambulatoriale, cosa che comporta continui ritardi dato che l’unico chirurgo presente in ospedale spesso deve fare consulenze in pronto soccorso, garantire l’assistenza dei degenti e svolgere l’attività chirurgica d’urgenza». Uno scenario, così dipinto, che rasenta l’assurdo. «E per ora l’unica soluzione che ci stata prospettata è il blocco delle ferie», nonostante peraltro ci siano precise direttive che vengono puntualmente disattese».